«Senza barche non c'è porto» La rabbia degli operatori al no della Soprintendenza

«Senza barche non c'è porto» La rabbia degli operatori al no della Soprintendenza
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Domenica 21 Ottobre 2018, 11:44

di Elio PAIANO
I pontili ad Otranto devono essere smontati perché sono proprio le barche ad oscurare, con i loro alberi, la vista dei Bastioni. E se questa soluzione non va bene, resta l'opzione zero, cioè smantellare i pontili per sempre. Le reazioni alle motivazioni esposte dalla Soprintendenza (l'unica ad essersi opposta venerdì scorso in Conferenza dei servizi al nuovo progetto del Comune che mira invece a mantenere tutto l'anno i pontili galleggianti) sono state accolte con sconcerto ed incredulità ad Otranto, soprattutto tra chi vive al porto. Sentir dire che sono le imbarcazioni a disturbare la vista è un concetto che è stato visto come una chiusura totale alle attività portuali.
«C'è un porto, che questo sia bello solo se vuoto mi sembra assurdo», commenta Antonio De Vito di Sud Nautica. «Una infrastruttura che offre lavoro a noi operatori, che mantiene vivo il luogo per tutto l'anno, può essere modificata se non va bene, ma se il problema sono le barche allora bisogna toglierle da tutti i porti antichi d'Italia. Non solo, una volta tolte le barche da lì, andrebbero tolte anche le altre dagli altri pontili, perché la vista non sarebbe comunque libera. A questo punto lo si chiuda del tutto alla navigazione che facciamo prima».
Non solo gli ormeggiatori, ma anche chi si occupa di pesca e nautica sarebbe colpito da questa decisione. «Abbiamo provato per anni ad allungare la stagione - dice Stefano Levanto dello Scuba Diving - e abbiamo detto per anni che era bruttissimo vedere il porto pieno d'estate e desolato d'inverno. Ora si dice che, cosa assurda, le barche rendono il porto brutto da vedere. Ma cosa c'è di più bello che le vele ed i verricelli che si riflettono in acqua, che fanno rumore al vento sotto i bastioni? Intanto, da quando ci sono i pontili, per noi sono raddoppiate le richieste di uscite invernali per il diving. E dove ormeggeremo i gommoni, da dove faremo salire a bordo le persone? Secondo me non si considera il lavoro degli altri degno di essere salvaguardato. I sacrifici fatti per dare un servizio migliore verrebbero di colpo annullati da questa decisione».
Franco Muoio è il decano di coloro che si occupano di opere portuali, esperto in interventi subacquei per il quale «è assurdo, del tutto assurdo. Spero che la politica di riprenda il primato e risolva questa questione che non può essere lasciata alla burocrazia. Da quello che ho ascoltato queste persone considerano la nautica come una cosa fastidiosa, denigrano la nostra stessa esistenza».
Insomma tra gli operatori del porto non si riesce a comprendere come mai tale decisione non possa essere rivista. Dal canto suo, il Comitato per il mantenimento dei pontili esprime tutto il suo sconcerto per quanto accaduto in conferenza dei servizi l'altro giorno: «Abbiamo assistito ad una cosa incredibile - dice Sergio Baldi -: ascoltare dalla viva voce di un rappresentante della Soprintendenza che le barche, non i pontili, deturpano il porto antico di Otranto con gli alberi delle barche a vela è una cosa che non avevamo mai né ascoltato né immaginato. Credo che, a memoria, una tale valutazione non si sia mai ascoltata in nessun porto del modo. Molti del comitato - continua Baldi - dopo aver ascoltato queste parole sono andati via. Comunque questo porto, con la sua economicità d'ormeggio, con la sua comodità, garantisce possibilità d'accesso a tante persone che, appunto, lo usano tutto l'anno. Ho centinaia di messaggi di solidarietà, ma quelli che più mi hanno colpito sono quei casi di genitori con figli disabili che hanno preso una imbarcazione proprio per permettere loro di portare i ragazzi a mare.

Un insieme di persone che ora assiste a questo spettacolo della burocrazia che tenta di distruggere i loro sogni». Un coro di persone che ha firmato e continua ancora a dare il proprio sostegno per chiedere il mantenimento dei pontili, in maniera composta e pacata, per cercare di rendere vivo il porto di Otranto durante tutto l'anno.

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