Kamala Harris, la vicepresidente Usa crolla al 28% di popolarità e ora risale. Complice la ricandidatura di Biden

Le elezioni di midterm l'hanno sganciata dal "peso" del Senato

Kamala Harris, 49esima vicepresidente degli Stati Uniti
Kamala Harris, 49esima vicepresidente degli Stati Uniti
di Anna Guaita
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 19:27

Possiamo veramente dirci liberi se non abbiamo la libertà di prendere decisioni intime sulla nostra vita?».

Era da tempo che Kamala Harris non appariva in pubblico così piena di carica e fervore. Ed era da tempo che il pubblico non rispondeva con applausi altrettanto appassionati. Dal podio con cui la scorsa domenica la lanciato la “Marcia delle Donne” in difesa del diritto di aborto, la 58enne vicepresidente è sembrata tornare la leader effervescente che aveva entusiasmato tante donne al suo insediamento al fianco di Joe Biden. Allora era apparsa come il nuovo astro democratico, prima donna nera di origini asiatiche a ricoprire la carica di vicepresidente, con un solido passato di senatrice e di ministro della Giustizia in California. Non mancava anzi chi credeva che Biden intendesse fare il presidente solo per un mandato e avesse scelto come vice una donna di valore, che potesse concorrere a buon diritto per succedergli alla Casa Bianca. Ma poi tutti questi sogni di grandezza si sono frantumati e Kamala è precipitata al 28% nell’indice di popolarità, numeri che neanche Dick Cheney, il vicepresidente guerrafondaio di George Bush aveva toccato. Risalire da quello strapiombo è stato faticoso per lei, ma è chiaro che in questi due anni ha imparato una lezione e forse ora riuscirà a prendere il volo.

LO STOP

I guai per lei erano cominciati quasi subito quando Biden le aveva affidato due dossier di enorme peso specifico, la crisi dell’immigrazione illegale al confine con il Messico e la protezione del diritto di voto per le minoranze. Su tutti e due i fronti Kamala non ha ottenuto granché, e anzi sul primo ha preso tanto tempo da sembrare disinteressata, con il risultato di perdere credibilità soprattutto presso l’elettorato indipendente. Qualche gaffe qua e là hanno poi contribuito ad aggravare la situazione e a irritare gli stessi democratici che avevano visto in lei quella che doveva essere la barriera di protezione per un presidente tendente alle gaffe lui stesso. Titoli cattivi sulla sua inettitudine, commenti taglienti, brucianti canzonature si sono riversati su di lei. Pochi hanno però riconosciuto che Kamala era ancorata, anzi incatenata a Washington, e impossibilitata proprio dal suo ruolo, a viaggiare, intervenire in loco, farsi vedere e ascoltare: in quanto vicepresidente infatti è anche presidente del Senato, e in un Senato diviso 50 a 50 fra democratici e repubblicani, il suo voto veniva invocato spesso e volentieri, e in quei casi doveva precipitarsi al Campidoglio.

CAMBIO DI PASSO

Le cose sono improvvisamente cambiate per il meglio per lei con le elezioni di metà mandato dello scorso novembre con i democratici che hanno vinto un altro seggio al Senato e non hanno più bisogno del suo voto dirimente. E Kamala è più libera. Non solo. La decisione della Corte Suprema lo scorso giugno di abolire il diritto federale di aborto ha aperto una battaglia per la sua protezione al livello statale, e in questa lotta Kamala si riconosce in pieno. Di colpo la rivediamo donna di polso, che viaggia nel Paese, tiene discorsi appassionati, e toglie le castagne dal fuoco al presidente, che da uomo cattolico e anziano non si trova a suo agio a parlare di aborto, pur riconoscendolo come un diritto di tutte le donne. A proteggerla dalle lingue avvelenate c’è anche che oramai si dà per scontato che Joe Biden si ricandiderà, quindi Kamala non è più sotto i riflettori come la probabile candidata del 2024, ma semplicemente ancora come il braccio destro di Biden. E come la punta di diamante nella lotta per il diritto di aborto, che i recenti sviluppi politici, come alcune inattese vittorie democratiche proprio sull’onda di questa lotta, fanno intuire sarà cruciale anche per la prossima campagna presidenziale.

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