Parodontite e salute: meglio il dente o l’impianto?

Le evidenze scientifiche più recenti hanno evidenziato e chiariscono con decisione sempre maggiore come lo stato di salute delle nostre gengive sia determinante per la nostra salute generale

Contenuto a cura di Piemme SpA Brand Lab in collaborazione con DOTT. EUGENIO LONGO
Giovedì 15 Febbraio 2024, 14:33 - Ultimo agg. : 27 Febbraio, 11:04 | 7 Minuti di Lettura

In questo senso la corretta prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie a carico dei tessuti gengivali, ossei e di tutti i tessuti che sostengono i denti nella nostra bocca sono al giorno d’oggi decisivi per preservare la nostra salute da sequele più gravi. Esistono malattie come la PARODONTITE che agiscono portando alla distruzione di questi tessuti, causando la perdita precoce dei nostri denti, ma i danni di questa malattia non sembrano limitarsi solo alla bocca: ne parliamo con il Dott. Eugenio Longo, titolare dell’ISTITUTO ODONTOSTOMATOLOGICO DEL SALENTO, docente presso l’Università degli Studi di Genova  e in numerosi percorsi di aggiornamento nazionali e internazionali.

Dottore, innanzitutto cos’è la PARODONTITE?

"La parodontite è una malattia che generalmente è conosciuta come PIORREA, dovuta ad accumulo di batteri sotto forma di placca e tartaro. Al giorno d’oggi è ormai la quinta malattia non trasmissibile più diffusa al mondo e in Italia quasi il 50% della popolazione adulta ne soffre in maniera più o meno grave. Normalmente i batteri che la caratterizzano tendono ad accumularsi intorno al colletto dei nostri denti, sul margine della gengiva: se non correttamente eliminati tendono ad accumularsi verso la profondità, creando un’infiammazione che porta alla distruzione delle strutture che mantengono e sostengono i denti nella nostra bocca (come gengiva ed osso), portandone alla caduta, spesso in maniera indolore. Spesso erroneamente pensiamo che sia solo “un po’ di sporco intorno ai denti”, ma bisogna considerare che in un millimetro cubo di tartaro convivono fino a 100.000.000 di batteri."

Dott. Eugenio Longo


Quindi, se un paziente normalmente non ha dolore come può accorgersi del problema?

"Innanzitutto ci sono dei sintomi, spesso sottovalutati, che dovrebbero attirare la nostra attenzione,

primo fra tutti il sanguinamento delle gengive: nessun tessuto sano del nostro corpo sanguina in condizioni normali, e normalmente il sanguinamento può verificarsi non solo durante lo spazzolamento dei denti ma anche spontaneamente (alcuni pazienti ci riferiscono di trovare del sangue la mattina sul cuscino appena svegli).

Un altro sintomo frequente è l’alitosi, anche qui spesso sottovalutato e ricondotto erroneamente a fenomeni alimentari o problemi gastrointestinali.

Poi sicuramente la mobilità de denti, che tende ad aumentare progressivamente, spesso associata al ritirarsi delle nostre gengive (RECESSIONE GENGIVALE) che curiosamente molti pazienti tendono ad associare all’avanzamento dell’età.

I campanelli d’allarme sono molteplici, e dovrebbero spingere i nostri pazienti a controllarsi costantemente e richiedere un controllo da dentisti che si occupano quotidianamente di parodontologia, prima di doversi preoccupare delle conseguenze di questa malattia."

Istituto Odontostomatologico del Salento


Come viene diagnosticata la parodontite, e cosa porta se non accuratamente trattata?

"L’esame che ci consente di fare diagnosi è paradossalmente piuttosto banale: il SONDAGGIO PARODONTALE, che viene condotto con delle specifiche sonde che ci comunicano quanto osso, quanta gengiva ha perso il dente in ogni punto (teniamo presente che fino a poco tempo fa la sonda parodontale era uno strumento presente in solo il 20% circa degli studi dentistici...). Esistono dei valori che ci indicano quando i nostri denti e i nostri tessuti sono sani, e quando i valori che registriamo con il sondaggio sono lontani dalla normalità vuol dire che c’è un problema. Se il sospetto fosse fondato e accertato possiamo eseguire delle radiografie localizzate, ma di sicuro possiamo affermare che la diagnosi di parodontite NON SI FA CON LA RADIOGRAFIA ORTOPANORAMICA.

Non trattare questa malattia può portare alla perdita precoce dei nostri denti: un dente che può essere recuperato e cade o viene estratto rappresenta un danno biologico, sociale, ed economico notevole per i nostri paziente.

Niente, nemmeno gli impianti (per quanto ben fatti) sostituiscono a pieno un dente. Quando poi i nostri denti dondolano, o cadono e si muovono spesso modificano il nostro modo di parlare, di alimentarci, modificando drasticamente la nostra relazione con gli altri e la nostra qualità di vita.

I costi economici della sostituzione di un dente sono generalmente maggiori rispetto a quelli necessari per il suo mantenimento.

Senza contare che questa malattia non si esprime solo facendo cadere i denti ai nostri pazienti, ma intervenendo su numerosi meccanismi biologici che regolano il nostro organismo."

Istituto Odontostomatologico del Salento


Non è solo un problema che riguarda le nostre gengive?

"Purtroppo no. La parodontite (come ogni malattia infiammatoria) si esprime intervenendo e alterando gli equilibri di molti aspetti del nostro organismo.

Oggi sappiamo che chi si ammala di parodontite va più facilmente incontro a problemi di carattere cardiovascolare come infarti e ictus.

I pazienti con parodontite manifestano più frequentemente fenomeni di insufficienza renale cronica, i pazienti diabetici con parodontite mostrano forme della stessa più gravi (e allo stesso modo trattando la parodontite migliorano considerevolmente il controllo della glicemia!).

Le donne in gravidanza con parodontite vanno più spesso incontro a parti prematuri e nascite di bambini sotto peso.

In particolar modo molti degli squilibri ormonali che si generano soprattutto nella donna hanno dei risvolti rilevanti sui sintomi di questa malattia, che si esprimono in maniera più importante ad esempio con un sanguinamento più marcato rispetto a ciò che le pazienti notano di solito.

I pazienti con problemi di obesità hanno spesso forme di parodontite più avanzate.

Studi scientifici recenti hanno dimostrato un collegamento tra parodontite ed Alzheimer, riconoscendo un’associazione tra i batteri della stessa e danni cerebrali.

Va da se che la diagnosi precoce e la collaborazione tra il paradontologo e le figure mediche specialistiche è fondamentale per il trattamento integrato del problema."

Quindi esiste un trattamento per questa malattia?

"Esiste da moltissimi anni! E seppur cambiando nel tempo in qualche sfumatura, la terapia si esprime da sempre in 3 fasi, tutte atte ad eliminare e abbassare il più possibile la quantità di batteri nella bocca dei nostri pazienti e cambiare il loro stile di vita portandoli ad avere una migliore condotta igienica orale, alimentare, a cessare con alcune abitudini devastanti come il fumo di sigaretta.

Normalmente dopo una prima fase di trattamento (che conosciamo come terapia non chirurgica) se il problema esita in qualche zona della bocca possiamo pensare di utilizzare delle tecniche minimamente invasive di microchirurgia che spesso ci consentono non solo di arrestare la progressione della parodontite, ma anche di ricostruire buona parte dei tessuti persi in seguito alla stessa. Oggi come oggi possiamo recuperare e salvare denti anche estremamente compromessi evitandone la sostituzione: ricordiamoci che spesso salvare e trattare tutti i denti con parodontite ha un costo economico di molto inferiore alla sostituzione di soli 2-3 denti con impianti."

Meglio i denti che gli impianti?

“Assolutamente si! L’impianto è una protesi, e una protesi dovrebbe sostituire un elemento del nostro corpo solo quando questo è realmente IRRECUPERABILE. Personalmente mi occupo di implantologia da più di 10 anni, ho eseguito migliaia di interventi, insegno questa disciplina in diversi corsi di laurea, master di secondo livello e corsi di aggiornamento in Italia e all’estero, e la mia impressione è che spesso si tenda molto frettolosamente a sostituire i denti dei nostri pazienti per motivi meramente economici o per scarsa conoscenza delle potenzialità dei trattamenti per la parodontite.

Oggi abbiamo la possibilità di ridare i denti fissi ai nostri pazienti in poche ore, di ricostruire osso e gengive per poter inserire impianti e ridare masticazione ed estetica eccellente ai nostri pazienti (cose che ormai personalmente eseguo di routine nel mio studio a Lecce e nelle mie varie collaborazioni in giro per l’Italia), ma molti pazienti non sanno che questa malattia può estendersi anche agli impianti  (PERIIMPLANTITE) : se non trattiamo la parodontite prima di inserire gli impianti o non cambiamo le abitudini dei nostri pazienti spesso gli stessi problemi si manifestano intorno agli impianti con quasi il 50% della frequenza in più rispetto al normale; spesso ci illudiamo di risolvere il problema estraendo il dente e inserendo un impianto, ma questo non modifica di certo gli aspetti che hanno portano quel paziente a perdere il dente per parodontite : per cui a distanza di pochi anni si presenta lo stesso problema ma intorno all’impianto, problema che al giorno d’oggi ancora trattiamo con molta più difficoltà rispetto alla parodontite.”

Quali consigli dare ai pazienti che sospettano di avere questo problema?

"Se ravvisiamo la presenza di anche uno solo dei sintomi di cui abbiamo parlato precedentemente bisogna affidarsi a un dentista che si occupa in maniera continuativa di parodontologia. Cerchiamo sempre soluzioni conservative, che prevedano il mantenimento dei nostri denti, e non attendiamo che la situazione si aggravi.

La parodontite sta diventando un problema estremamente diffuso e invalidante, va affrontato il più precocemente possibile, il suo trattamento è efficace e non ci consente solo di tenerci i nostri denti con un risparmio biologico ed economico enorme, ma anche di migliorare enormemente la nostra qualità di vita."