Il cuore della cultura non deve battere
solo in centro storico

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Giovedì 12 Aprile 2018, 21:14
Per la gestione della cultura in città, qualcuno parla di “gettare il cuore oltre l’ostacolo”. Purtroppo il cuore è un organo molto delicato e, strappato dal petto, cesserebbe di battere in pochi minuti. A me, invece, piacciono i cuori che continuano a battere. Molti, alcune migliaia, li ho già incontrati nei nove mesi in cui sono stata assessore.
Gli altri spero di incontrarli nei prossimi quattro anni: la mia porta è sempre aperta.
Sono stati mesi impegnativi, faticosi, pieni di emozioni, di incontri con persone straordinarie. Ho ascoltato proposte, richieste e progetti di di centinaia di associazioni. La prima azione culturale che abbiamo gestito come assessorato è stata “Lecce città del libro”, che ha coinvolto 21 associazioni: proprio ieri abbiamo fatto il bilancio dei progetti realizzati, tra qualche settimana li illustreremo a tutta la città in un grande incontro pubblico ai Teatini.
I cuori dei leccesi di tutte le età battono in luoghi un tempo impensabili per la cultura, si esprimono nei luoghi della quotidianità: palestre di pugilato, scale di condomini, scuole, librerie, piazze. La soddisfazione più grande è di essere riusciti a creare una rete importante di luoghi attivi. Per l’estate porteremo ai Teatini il cinema all’aperto, la presentazione di libri, attività musicali, mostre fotografiche.
Al contrario di quanto molti pensano, i cuori non battono solo tra il Castello e porta Napoli: la maggioranza dei leccesi abita fuori dal centro storico e noi vogliamo valorizzare luoghi inediti o poco conosciuti del territorio cittadino con progetti di alto livello qualitativo nella musica, nel cinema, nel teatro, nella danza. Quest’estate vogliamo vedere tutti i leccesi nei teatri all’aperto: oltre all’anfiteatro e al teatro romano, tra poco potremo utilizzare anche il teatro del parco archeologico di Rudie.
Si parla della stagione del teatro Apollo che abbiamo organizzato con il supporto del TPP: posso dire che sono molto soddisfatta, è andata molto bene non solo per la qualità ma anche in termini di quantità e varietà di pubblico: molti giovani, molte facce nuove. Il “Biglietto sospeso” e “A teatro vengo anch’io” sono già stati imitati in cittá molto più grandi del Nord. Avviare la macchina dell’Apollo è stato molto difficile e complicato: ci è stato lasciato dall’amministrazione precedente senza agibilità. A chi ci rimprovera di non averlo fatto decollare rispondo che nei tempi che avevamo a disposizione per mettere a regime la macchina e realizzare la stagione si è realizzato un piccolo miracolo.
Se vogliamo far battere i cuori di tutti e 100.000 i leccesi dobbiamo dare al Castello, ai Teatini, al Must, ai palazzi Vernazza, Sant’Anna, Turrisi, al complesso degli Agostiniani, alle mura Urbiche, un progetto coerente. Vogliamo individuare un ruolo culturale specifico per ogni edificio e per questo serve un piano che costruiremo con i cittadini, serve una strategia, una visione che miri a costruire politiche di trasformazione di tutta la città e non solo del suo centro storico. La gestione viene dopo: prima devono venire le idee, possibilmente innovative e condivise in un processo partecipativo.
Lecce è una città turistica ma spesso mi sono chiesta che cosa offrono i nostri beni culturali, come compaiono nelle guide, quali musei di qualità abbiamo. Se vogliamo che Lecce non diventi solo una Disneyland del barocco dobbiamo offrire a cittadini e turisti luoghi accoglienti, stimolanti, culturalmente attivi. Luoghi che diventano parte di un progetto di miglioramento della qualità della vita: gli incassi di bar e ristoranti non sono l’unico metro con cui valutare un progetto, altrimenti Gardaland sarebbe più importante degli Uffizi. La cultura ha senso solo in quanto migliora il benessere della comunità, solo se porta la bellezza delle chiese, dei quadri, dei libri, dei film in ogni casa. Per questo dobbiamo ragionare guardando alla città nel suo complesso, ai quartieri periferici, ai parchi, alle marine.
I cuori che più mi interessa sentire battere sono quelli dei bambini che hanno partecipato al progetto Cittá del Libro realizzato nella 167B e hanno chiesto un nuovo stadio, più verde e meno macchine, una biblioteca. È nostro dovere soddisfare questo sogno. Lo faremo avviando il progetto della biblioteca nel corpo satellite degli Agostiniani e pensandone altre. Il mio cuore batte con Lecce, spero anche i vostri.

 
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