Video del papà di Di Maio su Fb: «Luigi non sapeva. Ho sbagliato, chiedo scusa ai miei operai»

Video del papà di Di Maio su Fb: «Luigi non sapeva. Ho sbagliato, chiedo scusa ai miei operai»
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Lunedì 3 Dicembre 2018, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 07:28

Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori» e invece mi sento trattato «come un pericoloso criminale». Antonio Di Maio chiede scusa alla sua famiglia e agli operai che «hanno lavorato senza contratto per la mia azienda» e prova, con una dichiarazione via Facebook, a mettere al parola fine ad una vicenda che, a suo dire, sarebbe stata ordita per screditare suo figlio Luigi e «togliergli la voglia di andare avanti». Cosa che, dice per inciso, «se conosco mio figlio, non succederà».



 Anzi. Il Movimento rilancia: in manovra sbuca un emendamento che vuole aumentare le sanzioni per violazioni in materia di lavoro e potenziare gli organici dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Di Maio senior ammette però di aver fatto lavorare alcuni suoi dipendenti in modo irregolare e che nel 2006 aveva deciso di chiudere la sua azienda per «debiti tributari e previdenziali che non ero in grado di pagare». Ma, assicura, «non esiste nessuna elusione fraudolenta». Si riferisce ad una delle nuove accuse sollevate da Le Iene nel corso delle inchieste svolte sull'attività imprenditoriale del padre del vicepremier e su un terreno di sua proprietà. Per gli inviati di Mediaset, infatti, il fatto che il nome del padre del ministro non comparisse mai, dal 2006, nell'assetto proprietario dell'azienda, né come socio né come amministratore, poteva far pensare che sua moglie Paolina prima e poi dal 2014 i figli subentrati Luigi Di Maio e sua sorella Rosalba fossero, «ai sensi della legge, dei prestanome». «Non ho sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tanto è vero che, 4 anni dopo, nel 2010, Equitalia Polis Spa agente della riscossione per la provincia di Napoli iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella» risponde Antonio Di Maio. 

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Ma questa è solo una delle nuove accuse che Le Iene rivolgono alla famiglia Di Maio. Proprio la proprietà della Mariglianella è infatti nuova fonte di imbarazzo per il vicepremier in una vicenda nata con le dichiarazioni di un ex dipendente, Salvatore Pizzo, a Le Iene in cui affermava di aver ricevuto compensi in nero. Vicenda poi allargatasi ad altri due dipendenti fino a sfiorare anche il ministro del lavoro che si è difeso dalla stessa accusa esibendo 4 buste paga che certificavano la regolarità della sua prestazione lavorativa. Sempre Le Iene, tuttavia, hanno seguito anche un altro filone della loro inchiesta sulla famiglia Di Maio. Si riferisce ad un terreno di proprietà del padre del ministro a Mariglianella in cui figuravano manufatti «fantasma» per il catasto. Parte di queste proprietà sono state sequestrate nei giorni scorsi e la Procura di Nola ha indagato per abusi edilizi e violazioni ambientali: ora però gli uffici comunali di locali hanno dato avvio al procedimento per giungere ad un'ordinanza di demolizione di tutti e quattro i manufatti ritenuti abusivi e sequestrati. Proprio su questi immobili Le Iene hanno interpellato Luigi Di Maio che promette nuove verifiche con il padre e assicura che uno dei fabbricati citati fosse semplicemente una stalla. Al ministro tuttavia Le Iene mostrano alcune foto di una casetta con patio e piscina, questa però di quelle smontabili. E tra le foto ce ne è anche una del 2013 che mostra l'attuale vicepremier farsi in bagno in quella stessa piscina. Ed altre che mostrano una cena, una piccola festicciola, che si è svolta proprio sotto il patio della casetta contestata. Luigi Di Maio deve venire in aula a riferire, insiste il Pd.​

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