Manovra, più tasse per sette miliardi e c'è il nodo Iva da sciogliere

Manovra, più tasse per sette miliardi e c'è il nodo Iva da sciogliere
di Michele di Branco
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Lunedì 24 Dicembre 2018, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 17:09

C'è chi vince e c'è chi ci rimette, come sempre. Ma il 2019 del fisco nasce con una bomba ad orologeria che rischia di travolgere tutti i contribuenti, nessuno escluso. Se la manovra messa a punto dal governo non funzionerà, nel 2020 l'Iva aumenterà di 23,1 miliardi, che l'anno successivo diventeranno 28,7 miliardi. Ecco il risultato della trattativa di Palazzo Chigi con Bruxelles: il ritorno delle clausole di salvaguardia. Il che non sarebbe un dramma, a patto che i miliardi ricavati grazie all'aumento delle aliquote Iva venissero destinati alla crescita o a ridurre altre tasse.
L'anno che verrà porterà in dote, sopratutto per imprese e banche, circa 7 miliardi di tasse in più, mentre a pesare sulle tasche delle famiglie sarà anche l'ecotassa. Il taglio all'Ires colpirà duramente il terzo settore e l'aumento delle imposte sui giochi avrà ripercussione sull'intero comparto.

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I DEBITI SANATI
Per il momento esultano solo i migliaia di contribuenti in ansia per i debiti con Equitalia. All'ultima curva, è spuntato il Saldo e stralcio delle cartelle voluto dal leghista Armando Siri. La misura consentirà di regolarizzare a costi ridotti la propria posizione e costerà circa mezzo miliardo in 5 anni. La sanatoria interessa i ruoli maturati dal gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 e prevede diverse percentuali di pagamento, a seconda della situazione Isee: 16% per i redditi fino a 8.500 euro; 20% fino a 12.500 euro; 35% fino a 20 mila euro. Una bella sanatoria che si aggiunge al colpo di spugna sulle cartelle sotto mille euro ante-2010. Per le autovetture cambia tutto: bonus fino a 6 mila euro per chi acquista un'auto ecologica rottamando un vecchio veicolo, ed eco-tassa fino a 2.500 euro per chi ne prende una inquinante. Il governo ha poi perfezionato una Web tax al 3% per le imprese che si occupano di commercio ma anche quelle che vendono dati e fanno pubblicità online, penalizzando le imprese editoriali. Il prelievo interessa chi ha un ammontare complessivo di ricavi ovunque realizzati non inferiore a 750 milioni e un ammontare di ricavi derivanti da servizi digitali realizzati nel territorio dello Stato non inferiore a 5,5 milioni. Tasse ridotte invece al 7% per i pensionati che percepiscono l'assegno all'estero e che si trasferiscono al sud.

A proposito di Flat tax, il governo ha ridotto al 15% il prelievo forfettario per le partite con redditi inferiori a 65 mila euro. I beneficiari dovrebbero essere 1,5 milioni. Ma all'ultimo momento è stata ristretta la platea per la flat tax al 20% per le partite Iva con regime forfettario tra i 65mila e i 100mila euro. Quanto alle aziende, le novità sono piuttosto cupe. Azzeramento del credito d'imposta per i beni strumentali nuovi, abrogazione del credito d'imposta Irap e stop alle agevolazioni Ires (che raddoppia salendo dal 12 al 24%) per gli enti non commerciali (misura che colpisce in particolare la Chiesa). Operazione, quest'ultima, che dovrebbe portare un gettito di mezzo miliardo nel prossimo anno. Previsto, tuttavia, uno sgravo sui contributi Inail a carico delle imprese che partirà da 410 milioni di euro per l'anno 2019, 525 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021. Sparisce anche l'Ace, l'aiuto alla capitalizzazione. Per Confindustria il saldo negativo per le imprese sarà di 2,2 miliardi nel 2019 e 1,7 nel 2020. Sforbiciata poi ai crediti per ricerca e sviluppo. Per le banche, infine, c'è la modifica del trattamento contabile di perdite e svalutazioni sui credito che vale un aggravio fiscale di 3,5 miliardi. E l'aumento degli acconti per le assicurazioni porta il conto per il sistema finanziario a 4 miliardi.

ASSICURAZIONI
Guai in vista per i contribuenti, anche a livello locale. Il governo ha dato l'ok ai Comuni per lo sblocco degli aumenti delle aliquote delle tasse locali (Irap, Imu-Tasi, addizionali Irpef) aggravando anche la situazione dei possessori di immobili. Giro di vite pesantissimo per gli operatori del gioco. C'è l'aumento del Preu, il prelievo erariale unico, sugli apparecchi per il gioco: la percentuale destinata alle vincite (pay-out) passa dal 69 al 68% e dall'84,5 all'84%. Confermato l'aumento dell'imposta unica dovuta sui giochi a distanza (che dal 20% passa al 25% del margine), sulle scommesse a quota fissa su rete fisica (che dal 18% passa al 20% del margine) e a distanza (dal 22% al 24%) e sulle scommesse simulate (dal 20% al 22%).
L'ansia di tassazione del governo non ha risparmiato neppure i raccoglitori occasionali di tartufi. Un emendamento dell'ultimo minuto ha fatto spuntare una tassa forfait di 100 euro che ne colpisce 19 mila in Italia.
 

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