Berlusconi vede Salvini e Meloni: pensioni sul tavolo

Berlusconi (ansa)
Berlusconi (ansa)
di Stefania Piras
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Domenica 7 Gennaio 2018, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Tutti ad Arcore per buttare giù le primissime bozze degli elenchi dei candidati alle prossime politiche che i coordinatori regionali stanno sgrossando da prima di Natale. E poi c'è da comporre il programma comune. Perché Silvio Berlusconi adesso ha fretta. Di qui l'invito a Matteo Salvini e Giorgia Meloni a vedersi a pranzo dopo un lungo black out. La prossima riunione sarà invece organizzato in casa Lega, hanno comunque tenuto a sottolineare nell'entourage leghista, dove per quanto riguarda il programma si gioca d'anticipo. Salvini chiederà agli alleati l'impegno ufficiale ad azzerare la legge Fornero come primo atto del nuovo governo. Un nuovo motivo di attrico? «Assolutamente no», assicura Antonio Tajani intervistato da Sky Tg 24 da Maria Latella cercando di distendere il clima.
 


Fratelli d'Italia invece punterà sulla difesa dell'unità nazionale, del made in Italy, sulle politiche per la famiglia con un piano natalità ad hoc. I temi dell'Europa saranno pure al centro dell'incontro ma più di tutti, è ovvio, c'è il nodo candidati.

I CRITERI
In primissimo luogo i tre dovranno decidere i criteri di divisione dei collegi uninominali: quanti e quali rispettivamente assegnati ai tre partiti alleati? In gioco c'è un bottino elettorale consistente secondo una proiezione elaborata da YouTrend per la quale il centrodestra, in base agli attuali sondaggi, avrebbe in Senato 137 seggi, ma potrebbe avvicinarsi alla maggioranza assoluta (161) se raggiungesse il 39% dei consensi.

Altro tema: bisognerà capire se ci sarà una riserva di collegi per la cosiddetta quarta gamba, il partito centrista a cui però Salvini non intende concedere spazi, tantomeno in una vetrina importante come i collegi uninominali. I centristi, al pranzo-vertice di domani non sono stati invitati. «Ci sarà occasione», assicurano i forzisti più vicini al solco Ppe. Ma intanto proprio ieri Stefano Parisi ha detto che presenterà simbolo e proprie liste eventualmente anche fuori dalla coalizione. Meloni non pone veti preventivi, chiede semplicemente che ci sia pieno accordo tra Lega, Fi e FdI su chi candidare e dove. E poi, nomi nomi nomi.

I PROFILI
Berlusconi ha dato mandato di puntare su profili che incarnino capacità e lealtà, vuole lo stesso effetto ciclone che ci fu nel 94 e nel 96 ed è sicuro che questa sarà una campagna elettorale breve basata sul voto d'opinione, sul simbolo. I coordinatori regionali però ricordano che servono soprattutto personaggi radicati sul territorio e non paracadutati. Il Cav schiererà candidati come Massimilano Giansanti di Confagricoltura e Giuseppe Vegas, ex presidente Consob. E non teme le quote rosa obbligatorie: c'è già pronto un esercito di donne sia nei collegi maggioritari che in quelli proporzionali. Verranno riconfermate quasi tutte le uscenti, ma si lavora anche ai volti nuovi come la civica Lisa Ferrarini, imprenditrice reggiana dell'omonimo gruppo agroalimentare e vicepresidente di Confindustria, o come la campionessa olimpica Manuela Di Centa e l'ex giornalista di Mediaset, Ilaria Cavo, attuale assessore regionale nella giunta Toti. Pronta a correre anche l'avvocato Licia Polizzi, amica di Francesca Pascale, compagna del Cav.

Anche FdI ha già diversi nomi forti.
Candiderà Letizia Giorgianni dell'associazione Risparmiatori di Banca Etruria, Isabella Rauti e l'ex ministro forzista Antonio Guidi. La Lega proporrà invece l'economista Antonio Bagnai e il nigeriano Toni Iwobi, responsabile immigrazione della Lega e sostenitore convinto dell' «Aiutiamoli a casa loro».

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