Roma, M5S fuori dai ballottaggi: nei Municipi arriva l'effetto Raggi

Roma, M5S fuori dai ballottaggi: nei Municipi arriva l'effetto Raggi
di Simone Canettieri
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Lunedì 11 Giugno 2018, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 15:10

 Nel cuore della notte, quando il M5S scopre di essere fuori da entrambi i ballottaggi dei municipi di Montesacro (III) e Garbatella (VIII) le chat dei consiglieri grillini esplodono: «Gli errori di Virginia hanno resuscitato addirittura il Pd». Scatta così il processo interno alla sindaca: dopo due anni di governo della Capitale, i pentastellati non riescono ad arrivare nemmeno al secondo turno nei due feudi persi per strada negli ultimi mesi per faide interne. Le dure percentuali portano il M5S perfino sotto le medie del 2013. E pensare che proprio in questi due municipi, nel 2016 Raggi conquistò in scioltezza tra il 33 e il 34%. Altri tempi. Ora tutto sembra capovolto, seguendo i primi segnali arrivati alle politiche e alle regionali.

A Garbatella, addirittura, Amedeo Ciaccheri vince al primo turno per il centrosinistra (54%) Insegue, molto distaccato, il forzista Simone Foglio (25%). Terzo il grillino Enrico Lupardini che ammette la sconfitta inchiodato al 13%: «I nostri voti sono andati verso la Lega: chiudo il comitato e vado a dormire». Discorso simile nel municipio III. Anche qui i pentastellati rimangono fuori dai giochi. La poltrona di mini-sindaco se la giocheranno tra due settimane il leghista Francesco Bova (34%), ex vicequestore, e Giovanni Caudo (41%), già assessore all'Urbanistica di Ignazio Marino. «Purtroppo non dovevo stare qui», ammetteva sconsolata ieri pomeriggio Roberta Capoccioni, già portaborse della «farona» Roberta Lombardi, sfiduciata nei mesi scorsi da un pezzo della sua maggioranza. Le percentuali la bloccano al 19%.

In generale in Campidoglio si annusa l'odore della disfatta per un voto di mid term che guarda molto all'azione di Virginia Raggi.
L'altra faccia della medaglia, invece, ha il sorriso di Nicola Zingaretti. Il governatore si dice «molto soddisfatto per questo modello di centrosinistra largo che sa vincere». Non è un caso, infatti, che i due candidati abbiano conquistato entrambi le primarie contro i rappresentanti ufficiali del Pd. Un grande classico.

IL VOTO
In generale la sfida è stata poco sentita dai romani interessati. Si è attestata sotto al 30% la percentuale di votanti nei due municipi. A dominare, dunque, è stato il non voto. Più bassa la partecipazione nel municipio III del Nomentano, dove ha votato il 26,49% dei cittadini; un po' più alta nell'VIII della Garbatella, dove la percentuale è stata del 27,94%. Ha vinto la mobilitazione della contestazione, mentre la spinta del M5S per la prima volta si è fermata. Il deputato Pd Luciano Nobili attacca: «Il segnale è chiaro: è il primo segnale di sfratto alla sindaca Raggi».
In generale si registra però ovunque la crescita della Lega: il partito di Matteo Salvini nell'VIII municipio è il più votato del centrodestra con il 10%, nonostante il candidato, Foglio, sia di Forza Italia. Dal Comune provano a minimizzare e a dissimulare la delusione di una bocciatura che era comunque nell'aria nonostante il battage mediatico dell'ultimo periodo: «Non è una questione di vita o di morte, per noi la vera sfida fu quella di Ostia». Sarà.

IN PROVINCIA
Il calo del M5S tocca anche i comuni più grandi dell'hinterland romano. A Fiumicino vanno al ballottaggio Esterino Montino per il centrosinistra e Mario Baccini, sostenuto da Forza Italia e centristi. Niente da fare per i grillini ma anche per il senatore leghista William De Vecchis. Fuori dai giochi, a Velletri, Paolo Trenta, fratello del ministro della Difesa, Elisabetta.
Derby del tutto inedito invece a Pomezia: il sindaco uscente Fabio Fucci, sfiduciato dal M5S perché puntava al terzo mandato, se la vedrà con Adriano Zuccalà, in campo per conto dei pentastellati. Ma il fuoco rimane su Garbatella e Montesacro, altri due municipi romani insieme a quelli del centro storico e dei Parioli a non essere governati dal M5S. A Raggi vengono imputate le «scelte sbagliate dei candidati» e soprattutto pesa la gestione della città e dei territori coinvolti dal voto (rifiuti, manutenzione del verde, trasporti: problemi comuni al resto della Capitale). Il processo alla sindaca in chat è già iniziato. E anticiperà quello vero al via il 24 giugno.
 

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