Renzi: contratto Lega-M5S scritto con l'inchiostro simpatico. E attacca il ministro Trenta

Renzi: contratto Lega-M5S scritto con l'inchiostro simpatico. E attacca il ministro Trenta
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Martedì 5 Giugno 2018, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 19:19

«Lei è un premier non eletto, un collega. Ma nessuno le sta negando la legittimità». Lo ha detto Matteo Renzi parlando al Senato nel dibattito sulla fiducia e rivolgendosi al premier Giuseppe Conte. Nel suo intervento l'ex leader dem ha anche aperto il primo fronte affermando che chiederà la convocazione del ministro della Difesa al Copasir per chiarire un suo presunto conflitto di interessi.

«Il presidente del consiglio dei ministri non avrà la nostra fiducia ma avrà sempre il nostro rispetto», ha agiunto il senatore Pd che ha annunciato il voto contrario al governo. «Lei con il giuramento è anche il nostro premier, e noi la rispetteremo in questa aula e fuori da questa aula», ha spiegato.

«Il contatto è scritto con l'inchiostro simpatico e garantito da un assegno a vuoto», ha detto ancora Renzi. «Voi non siete il bipolarismo di domani, voi siete la coalizione di oggi e di domani». E «altro che Terza Repubblica, continua la Prima», ha continuato Renzi. «'Lo stato siamo noi?'. Non sono d'accordo con la frase di Di Maio, perché è di Luigi XIV ed è vero che avete fatto la storia almeno 8 volte almeno in 89 giorni ma voi non siete lo Stato, siete il potere, siete l'establishment. E non avete più alibi rispetto a ciò che c'è da fare. Noi non vi faremo sconti». 

«A Salvini voglio parlare da padre a padre: ora rappresenti il Paese, non possiamo permetterci di creare polemiche. Stia attento alle parole, non è più solo  leader politico, rappresenta un Paese. Non possiamo permettercicrisi con la Tunisia, creare un clima incendiario. Ci dia una mano, guida l'ordine pubblico ed è responsabile della sicurezza di tutti noi. Parli da padre sapendo che i figli ci ascoltano», ha detto ancora il senatore. «Voglio che risuoni il nome di Mor e Modou uccisi da un italiano razzista a Firenze quando ero sindaco, in risposta a chi ha detto che "la pacchia è finita"».

«Siamo rimasti sorpresi dal riferimento alle opposizioni, ma la voglio prendere sul serio. Noi non occuperemo mai i banchi del governo, mai la poltrona del presidente del Senato, mai insulteremo i ministri, mai attaccheremo le istituzioni del Paese al grido mafia, mafia, mafia come un gruppo parlamentare nel 2015 a Strasburgo», ha dichiarato ancora Renzi.

«Come primo atto, quando saranno costituite le commissioni, convocheremo la ministra della difesa» Elisabetta Trenta «al Copasir per chiarire dei punti che ella conosce», ha proseguito Renzi riferendosi a notizie di stampa in cui si afferma -  come scrivono in una nota congiunta alcuni senatori del Pd - che la neoministra della Difesa è stata per anni presidente di Sudgestaid, una società che si occupa di reclutare mercenari che operano nei teatri di guerra del Medio Oriente. Sarebbe importante che la ministra Trenta chiarisca quali sono oggi i suoi rapporti con quella società».

Il senatore Francesco Bonifazi è stato nell'Aula del Senato il «cronometrista» di Renzi. Poco prima che l'ex segretario del Pd intervenisse sulla fiducia al governo Conte, Bonifazi che gli siede accanto nell'Emiciclo ha attivato il cronometro sul proprio telefono cellulare, azionandolo non appena Renzi ha preso la parola.

 

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