Latina, il parroco aveva mandato il carabiniere e la moglie in un centro diocesano di aiuto alle famiglie in difficoltà

Latina, il parroco aveva mandato il carabiniere e la moglie in un centro diocesano di aiuto alle famiglie in difficoltà
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 28 Febbraio 2018, 19:14
Roma - «Un gesto così non me lo spiego. Anche se ultimamente mi ero accorto che, tra le varie confidenze, qualcosa non quadrava. Ma queste difficoltà sembravano facilmente superabili. I due coniugi li ho così mandati in un centro diocesano di aiuto alle famiglie per superare il momento. Poi evidentemente qualcosa non ha funzionato». Il parroco di Cisterna di Latina, don Livio Fabiani, un’intervista al Tg2000, riflette sulla tragedia di Latina in cui un carabiniere ha prima sparato alla moglie, poi ucciso le due figlie per poi togliersi la vita. 

«Conoscevo bene la famiglia già da diversi anni. Frequentavano la parrocchia e facevano parte della comunità carismatica del Rinnovamento nello Spirito. Ci siamo conosciuti e siamo entrati in confidenza. Poi quando si sono sposati hanno continuato a venire qui in parrocchia. Le bimbe sono state battezzate qui. E dopo hanno frequentato il catechismo. La figlia più grande Alessia era entrata anche a far parte dei giovani dell’Azione Cattolica. C’è stato dunque negli anni un percorso di conoscenza reciproco. E’ una tragedia ma queste cose accadono quando non c’è una reciproca corrispondenza di affetto, conoscenza e sopportazione tra moglie e marito. E quando manca l’amore vero e concreto».
 
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