«Chi reimpianta avrà 500 euro a ettaro per massimo 5 anni»

«Chi reimpianta avrà 500 euro a ettaro per massimo 5 anni»
di Francesco BUJA
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Venerdì 27 Luglio 2018, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 13:49
Non è il Vangelo, ma il piano di ricostituzione del patrimonio olivicolo salentino presentato ieri mattina in conferenza stampa, a Palazzo Adorno, a Lecce, dagli europarlamentari Raffaele Fitto (Noi con l'Italia) e Paolo De Castro (Pd), lancia un segnale a Bruxelles. La Commissione europea è infatti preoccupata che l'Italia nulla stia facendo per l'emergenza xylella fastidiosa, batterio che continua a guadagnare terreno in Puglia. A rischio il settore olivicolo pugliese, ma è vivo anche il pericolo che l'infezione si propaghi oltre la regione. Fitto e De Castro hanno quindi approntato un piano che prevede l'eliminazione degli alberi infetti e delle fonti di inoculo del batterio e la piantumazione di varietà di ulivi tolleranti o resistenti alla xylella. Interventi che gioverebbero soprattutto agli olivicoltori più piccoli, i quali detengono la maggior parte dei poderi colpiti dall'agente patogeno che ha disegnato scenari desolanti.
Ammonta a circa 100 milioni di euro in cinque anni la somma necessaria ad attuare la misura da inserire nella variazione del Programma di sviluppo rurale nazionale (Psrn 2014-2020). La misura del Psrn andrà ad affiancare quella della Regione Puglia (Psr) e sarà cofinanziata da Ue, Stato italiano e da tutte le Regioni olivicole italiane interessate al contenimento della fitopatia. Il piano, garantiscono i due europarlamentari salentini, è stato già condiviso dal commissario europeo per la Salute e per la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, da quello per l'Agricoltura e per lo sviluppo rurale, Phil Hogan, dal ministro dell'Agricoltura dell'Italia, Gian Marco Centinaio, dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dai rappresentanti degli olivicoltori. «Le risorse ci sono, sia sul fronte nazionale che su quello regionale - ha assicurato Fitto - ma non sono utilizzate rapidamente».
Dunque il piano presentato ieri a Lecce potrà essere inserito nel Programma di sviluppo rurale nazionale (Psrn 2014/2020) e affiancherà il Piano di sviluppo rurale della Regione Puglia. La misura proposta sarà cofinanziata da Unione europea, Stato italiano e dalle regioni olivicole italiane interessate al contenimento della xylella. Previsti due interventi: un sostegno annuo di 500 euro per ettaro per non più di cinque anni, al fine di compensare la perdita di reddito dovuta all'abbattimento degli alberi infetti; un contributo per ogni ettaro su cui si piantano varietà di ulivo resistenti al famigerato batterio. Chi ripristinerà il patrimonio olivicolo dovrà ricevere un aiuto pari al 70% dei costi sostenuti per tale operazione, per una spesa non superiore a 3mila euro per ettaro, e un premio annuale per ettaro reimpiantato con varietà resistenti, a compensazione dei mancati redditi nei primi cinque anni, fino al massimo di 500 euro per ettaro». Per realizzare il quinquennale piano licenziato dai due europarlamentari occorreranno almeno 100 milioni di euro. «Non è il Vangelo, ma una proposta contro il blocco paludoso di iniziative inutili» ha sottolineato Fitto. Una misura per far ripopolare di ulivi almeno 20mila ettari della zona dichiarata infetta delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
«La nostra azione ha informato l'ex presidente della Regione Puglia, esponente del centrodestra - sarà quella di stimolare in modo chiaro e forte i livelli istituzionali a che si passi ad una fase concreta e di attuazione». Uno stimolo. Solo battere un colpo, perché i due europarlamentari salentini non hanno potere decisionale. «Per questo hanno poi spiegato in una nota Fitto e De Castro - abbiamo voluto prima sottoporre il piano all'Unione europea, che può autorizzare le misure a cui noi facciamo riferimento e, in secondo luogo, abbiamo voluto illustrarlo al ministro all'Agricoltura, al presidente della Regione Puglia, ai sindaci interessati e alle associazioni di categoria, perché solo insieme e responsabilmente può essere realizzata».
Ora deve muoversi chi ha responsabilità di governo. «La vera difficoltà ha osservato De Castro - è modificare il quadro di un piano già fatto che scade nel 2020». L'emergenza richiede, secondo l'ex ministro delle Politiche agricole, la variazione delle tabelle finanziarie dell'attuale piano. «Però, ovviamente ha precisato l'europarlamentare di centrosinistra -, ci vuole la volontà politica».
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