Corradi (Trenitalia): «L'Alta Velocità nel Salento? Intanto stiamo aumentando i "Freccia"»

Corradi (Trenitalia): «L'Alta Velocità nel Salento? Intanto stiamo aumentando i "Freccia"»
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 17 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:35

Lo sviluppo delle ferrovie è sempre più determinante per la riduzione dei divari e il ripopolamento dei territori. Il Pnrr ne fa una bandiera. Eppure, frequenza, velocità e capillarità rappresentano, in molti casi, nodi irrisolti di un Sud ancora caratterizzato da gap tecnologico e infrastrutturale. Nelle parole del top manager, Luigi Corradi, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, la descrizione di un orizzonte di comfort, a tratti, già esperibile. 

Ingegner Corradi, nel 2019 il rapporto “Pendolaria” rifletteva un sentiment ancora molto diffuso da queste parti, ovvero: “Investimenti al Nord, tagli al Sud”. A distanza di tre anni, ritiene che lo scenario sia evoluto? 
«Sì, noi stiamo investendo tanto al Sud. Vengo ora da Bari dove abbiamo lanciato un servizio nuovo, con treni regionali nuovi. Dunque, non solo investimenti su infrastrutture per velocizzare la linea, come per esempio il collegamento Roma-Bari, ma anche in treni nuovi, che danno anche una risposta in tempi brevi. Il nuovo servizio collega Lecce, Brindisi e Bari in poco più di un’ora. Quindi, anche i pendolari che vivono a Brindisi e vanno a lavorare a Bari possono in un’ora andare avanti e indietro. Poi, stiamo lavorando sempre di più con Ferrovie Sud Est per servire anche quello che io chiamo il “centro” della Puglia, attraverso la Metropolitana del Sud Est, che permette di arrivare fino a Gallipoli». 
A maggio Ferrovie dello Stato ha presentato un piano da 10 miliardi per la Puglia fino al 2031. C’è, però, chi lo ritiene così copioso perché inclusivo di progetti anche datati e non più differibili. Anche la “Metropolitana”, che ha citato, dal 2021 in cantiere, risale a vent’anni fa. Si poteva agire prima? 
«Io penso comunque che non si debba contestare il ritardo, bensì pensare che adesso le cose si stanno facendo. Vengo dall’aver inaugurato dei treni. Parlando solo della Puglia, visto che siamo qui, noi abbiamo investito 350 milioni di euro insieme alla Regione Puglia per cambiare completamente il trasporto regionale. Oggi, se si sale su un Regionale si sale su un treno nuovo, completamente moderno, con l’aria condizionata di ultima generazione, con i sedili nuovi. Quindi, si riesce a viaggiare con un elevato grado di conforto. Secondo me, è importante vedere quello che si sta facendo oggi e quello che si farà velocemente nei prossimi anni». 
Il governo Draghi ha investito 5 miliardi per velocizzare la linea Adriatica fino a Lecce. E, laddove si viaggia a 200 km/h, i benefici già si vedono. Così come sperare fanno quelli annunciati con il completamento della Bari-Napoli. Ma è immaginabile l’arrivo dell’Alta velocità fino al Salento? 
«L’Alta velocità nel Salento, che vuol dire collegare in modo veloce con raddoppio della linea, rispetto ad alcuni tratti attuali, Bari con Roma, ci dà la possibilità di aumentare la frequenza dei Frecciarossa e Frecciargento che già arrivano nel Salento. Quindi, noi abbiamo già aumentato le Frecce che, specie nel periodo estivo, sono utilizzate per arrivare fino a Lecce. Ma questo impegno aumenterà ancora grazie ai lavori infrastrutturali che, per primi, verranno completati tra le grandi opere di Ferrovie dello Stato al Sud». 
Intanto, in Asia, da anni i treni corrono a 600 km/h. Si chiamano hyperloop e viaggiano a levitazione magnetica. Già operativa per l’idrogeno, a settembre la Regione Puglia ha sottoscritto un’intesa con Mit e Fs per sviluppare e sperimentare la stessa tecnologia. Prospettiva remota? 
«È sempre giusto stare dentro lo studio di questi sviluppi. Il progetto è in fase embrionale. Ma penso che si sia ancora molto lontani dal realizzarlo, perché in Italia questa tipologia di treno non sarà semplice da applicare. Avendo già queste linee ad alta velocità che collegano l’Italia e una conformazione particolare del territorio che pone un serie di limiti, dovremo aspettare ancora molto. Io dico che intanto è opportuno iniziare a sfruttare bene ciò che abbiamo. Continuiamo con gli investimenti, dunque: è la cosa più importante per i prossimi dieci anni. Nel frattempo, queste tecnologie evolveranno e capiremo come introdurle in Italia». 
Sposerebbe, invece, l’idea della Francia - che ha appena ottenuto l’ok della Commissione Ue - di sopprimere i voli per quelle tratte percorribili con i treni? E come la applicherebbe? 
«Secondo me, è un’idea molto corretta, in generale, a livello mondiale. E quindi applicabile in futuro anche in Italia. Io penso che dove le distanze si possano percorrere in treno, in tempi che stanno nelle 2,5-3 ore, il treno sia la scelta corretta. Non solo perché è una scelta più comoda e confortevole, visto che in treno una persona può lavorare, connettersi e telefonare, ma soprattutto per una questione di sostenibilità: le emissioni di CO2 che abbiamo su ferro sono 60 volte minori di quelle che si possono avere in volo. Pensiamoci».
 

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