Xylella, l'assessore regionale Pentassuglia: «La mia strategia ha rallentato l'infezione, ma ora servono più risorse e meno burocrazia»

Il Piano d'azione contro la fitopatia

Xylella, l'assessore regionale Pentassuglia: «La mia strategia ha rallentato l'infezione, ma ora servono più risorse e meno burocrazia»
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 21 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 10:59

«Guardare al passato serve solo come monito per il futuro, ma ora è tempo di agire, ed è quello che sto cercando di fare da quando mi sono insediato». Donato Pentassuglia, da due anni assessore regionale all’Agricoltura tira dritto come un treno con un obiettivo chiaro e indiscutibile: realizzare un’azione di controllo e contenimento della xylella fastidiosa, costante e capillare. «Con una strategia - puntualizza - che mi ha portato a nominare un comitato scientifico ad hoc e ad approvare un piano d’azione che prevede misure puntuali per frenare l’avanzata della batteriosi».
Un’attività che le è stata riconosciuta anche a livello comunitario.
«Sì è una strategia che sta raccogliendo dei frutti, a partire dal rallentamento dell’infezione, sebbene ho sempre detto che con la xylella dobbiamo imparare a convivere, per questo è importante fare tutto quello che serve per contenerla. Non c’è una soluzione in questo momento, purtroppo, e nel frattempo si lavora per pianificare e programmare tutti quelli che sono gli interventi trasversali per ridare economia, paesaggio e produzioni».
Assessore Pentassuglia, sta lavorando in piena autonomia o sente di avere le mani legate rispetto a quello che realmente vorrebbe fare?
«Le cose che sto facendo io stanno andando avanti de plano, senza nessun freno».
Ma gli intoppi ci sono, soprattutto i ritardi nello stanziamento delle risorse per la rigenerazione olivicola.
«Nei miei due anni di assessorato, abbiamo avuto l’interlocuzione con tre governi che si sono succeduti. Capirà che cambiando così velocemente si ha sempre un pezzo che riparte daccapo, ho letto le interviste di questi giorni e le dichiarazioni, molti hanno parlato a ruota libera non conoscendo il decreto interministeriale, perché intanto si tratta, appunto, di tre ministeri che hanno convenuto di fare quel decreto da 300 milioni, una norma che vive una serie di articoli che sono alcuni in capo al Ministero, alcuni in capo ad Agea e altri in capo alla Regione. Non solo. Dal decreto alla concessione materiale delle risorse è passato anche un certo periodo di tempo. Il rimpallo delle responsabilità nella pubblica amministrazione non paga, perché le date sono quelle, gli atti e le determine sono lì, ma ci sono appesantimenti burocratici determinati proprio dal fatto che i passaggi sono tanti e riguardano diversi uffici. Rispetto a dieci anni fa, si parla in termini diversi, io quello che potevo fare l’ho messo in campo, ho chiesto ai tre governi che si sono succeduti di attivare le procedure necessarie per attingere al fondo di solidarietà nazionale; le Regioni devono fare solidarietà perché oggi le fitopatia toccano tutti. Le comunità non vanno lasciare sole, né tanto memo si può appesantirle con la burocrazia e con un rimpallo tra uffici. Al nuovo governo, con il quale non c’è stato ancora un confronto di merito, ho evidenziato questi problemi, si è riservato giustamente di affrontare le questioni facendo un dossier specifico, ora mi auguro che il tutto avvenga nel minor tempo possibile e che quanto prima ci siano le risposte alle legittime istanze della Puglia». 
In questi giorni, le associazioni agricole sono tornate a chiedere il commissariamento per la gestione xylella. Secondo lei, sarebbe utile avere un commissario in questo momento?
«Se il governo vuole commissariare può farlo, anzi se lo fa di concerto con la Regione Puglia ancora meglio perché si ragiona in termini di relazioni istituzionali. In questa fase la semplificazione porta a pagare prima, quindi se il commissario è inteso come norma di protezione civile che fa abbattere ad horas gli alberi infetti superando le pastoie burocratiche, mentre nel frattempo le piante infette diventano un pericolo di inoculo, allora il commissariamento è positivo, ma inteso per la procedura di estirpazione. Io non gioco più sul rimpallo delle responsabilità, ma sul merito delle questioni, perché sul merito poi è difficile sconfessare. Nessuno ha proferito parole contro il mio lavoro, abbiamo accelerato tutto, mettendo in evidenza anche le criticità perché penso che un governo serio, una Regione seria e un partenariato serio di quello devono parlare, di come sbloccare prima le risorse. Io non ho alcun interesse a sradicare un albero perché mi duole il cuore, ma se bisogna farlo per salvare il resto allora si fa». 
Cosa pensa di questi nuovi rigurgiti di negazionismo nelle aree in cui la xylella si è appena affacciata?
«Sono preoccupato nel rivedere nell’area di Castellana, dove ci sono state minacce e addirittura danni alle macchine, azioni di complottismo e di negazionismo. Ma io andrò avanti con l’obiettivo che mi sono preposto, non ho tempo da perdere con chi non vuole discutere secondo scienza e secondo conoscenza, motivo per cui ho attivato tutte le procedure atte a cautelare un territorio, in cui la xylella non devasterebbe solo ulivi, ma anche vivai e frutta. Ho il dovere di salvaguardare le produzioni e non solo il paesaggio».
Ha già in mente la controffensiva verso chi si rifiuterà di far entrare nei campi gli ispettori per campionamenti e abbattimenti?
«Coordinerò un’azione in cui i controlli saranno fatti dagli ispettori accompagnati dai carabinieri forestali e chi si opporrà verrà fermato».
C’è ancora chi si oppone. Assessore, ma in questi anni, secondo lei, c’è stato un cambio di passo dal punto di vista culturale?
«Onestamente si, sono poche le persone che parlano ancora in termini di negazione, invece c’è molta più attenzione».
Cosa si sarebbe potuto fare negli anni scorsi e non è stato fatto per tutta una serie di ragioni che conosciamo?
«Il mea culpa dobbiamo farlo tutti perché allora non siamo riusciti a prendere di petto la situazione, avendola un po’ sottovalutata, era anche una fitopatia nuova, ma con il senno di poi è troppo facile parlare e indicare le soluzioni».
 

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