La bolletta dell'acqua in Puglia è sempre più salata: 534 euro all'anno per tre persone

La bolletta dell'acqua in Puglia è sempre più salata: 534 euro all'anno per tre persone
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:52

Il costo dell’acqua in bolletta nel 2022 in Puglia è aumentato del 2,2% rispetto all’anno precedente. L’aumento è certificato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2022, in riferimento a una famiglia tipo, composta da tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi. In Puglia un nucleo di tre persone spende in media 534 euro all’anno. 

Il report


La fotografia a livello nazionale vede aumenti dei costi un po’ ovunque. Dal report: «Aumenti in tutti i capoluoghi di provincia italiani, ad eccezione di Forlì-Cesena che registra una piccola variazione all’ingiù dello 0,6%: l’incremento supera il 20% a Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%); oltre il 10% in altri dodici capoluoghi, ossia Milano, Belluno, Sondrio, Como, Novara, Verbania, Chieti, Pescara, Pavia, Cremona, Catania, Messina. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi più cari con una spesa media annuale di 883€ (in aumento del 4,2% rispetto al 2021), mentre Isernia conquista la palma di più economico con 174€. La Toscana si conferma la regione con la tariffa più elevata (770€, +5,5%) e tutti i suoi capoluoghi, ad eccezione di Carrara, rientrano nella top ten delle città più care per l’acqua. Il Molise invece è la più economica, con una spesa media a famiglia di 181€. Il Trentino Alto Adige, che pure si conferma tra le regioni dove l’acqua costa meno, registra la variazione più cospicua rispetto all’anno precedente, +24,3%».
In Puglia il costo si aggira su 534 euro, lontano dal record della Toscana, ma in linea con le altre regioni in cui la spesa supera la soglia delle 500 euro, come Umbria, Sardegna, Lazio, Emilia Romagna e Sardegna. 
La variazione rispetto al 2021, invece, è ben più ampia se si prende in esame la spesa con un consumo di 150 metricubi (cioè un uso della risorsa idrica più razionato e attento).

In tal caso, nel tacco d’Italia, servirebbero 393 euro all’anno, rispetto al costo di 368 euro dell’anno precedente e un incremento del 6,6%, tra i sei più alti in Italia (con Piemonte, Lombardia, Liguria, Abruzzo e il record, +23%, del Trentino Alto Adige).

Cittadinanzattiva

«Il caro energia, e l’inflazione che ne è derivata - commenta Tiziaia Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva -, oltre ad incidere pesantemente sulle bollette di luce e gas e sui prezzi di tutti i beni di largo consumo, ha determinato anche un incremento medio delle bollette di fornitura del servizio idrico, ben superiore rispetto a quanto registrato negli anni passati. Se da un lato riteniamo indispensabile rafforzare gli strumenti a supporto delle fasce più deboli della popolazione, ampliando la platea degli aventi diritto al bonus sociale idrico e la diffusione dei bonus integrativi ancora previsti solo da un numero limitato di territori, dall’altro appare sempre più urgente la presa d’atto, da parte di tutti, degli elevati consumi e sprechi di acqua che avvengono nella quotidianità delle nostre azioni e porvi rimedio. Necessità dettata non solo da ragioni di risparmio economico ma anche al fine di salvaguardare una risorsa che, a causa dei cambiamenti climatici in atto, inizia a porre questioni di scarsità anche nel nostro Paese».
Il bonus idrico ad esempio corrisponde a 97 euro, in Puglia consente di coprire il 18% del costo (in caso di consumo di 192 mc) o il 24%, se si è un po’ più attenti (150 mc). Ma non è tutto qui. 
«Ancora più urgente è l’intervento sulle infrastrutture - prosegue Toto - per evitare la perdita di circa la metà dell’acqua immessa nelle tubature. A tal fine speriamo che un contributo possa venire dagli interventi cui sono state destinate le relative risorse del Pnrr nella speranza che saranno rispettati i tempi previsti per affidamenti degli appalti (settembre 2023) e conclusione dei lavori (marzo 2026). Sempre con riferimento al Pnrr aspettiamo inoltre l’impegno delle risorse destinate all’adeguamento dei servizi di fognatura e depurazione con particolare riferimento alle aree per le quali siamo sottoposti a procedure di infrazione europee a causa delle quali, dal 2018 a marzo 2022, abbiamo già pagato oltre 140 milioni di euro di sanzioni e corriamo il rischio di pagarne altre. Anche questo si configura come spreco di denaro pubblico».

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