La pazza estate rovina il vino «Incerte qualità e quantità»

La pazza estate rovina il vino «Incerte qualità e quantità»
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 26 Agosto 2018, 18:11 - Ultimo aggiornamento: 18:44

Vendemmia 2018, il rebus di un'annata anomala per via del clima impazzito, al punto da tradire qualsiasi previsione. Eppure, ad inizio stagione, le stime erano state davvero incoraggianti - crescita di produzione tra il 15 e il 20% - pronte a restituire quanto aveva tolto il 2017 ricordato come tra i peggiori dal dopoguerra. Ma gli enologi non avevano fatto i conti con il maltempo. Così negli ultimi giorni, i forti acquazzoni - in alcune zone del territorio vere e proprie bombe d'acqua - e la grandine hanno colpito i vigneti con le uve già pronte per la raccolta. Flagellati, in particolar modo, i Comuni della Puglia disseminati lungo il versante ionico. La Coldiretti Puglia e la Cia-Agricoltori Italiani parlano di danni superiori al 50%, almeno nel Salento e nel Tarantino.
«A memoria non ricordo mai un'annata anomala come quella che stiamo vivendo - conferma il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - caldo e siccità si sono alternati ai nubifragi. Ormai stiamo perdendo la speranza che una annata agraria possa filare liscia perché i bruschi rovesci mandano in fumo programmazione, raccolta, previsioni. Il clima impazzito degli ultimi giorni sta ulteriormente aggravando un quadro reso complicato dall'andamento climatico dell'inverno scorso e sta mettendo a dura prova le capacità tecniche degli agronomi e i budget delle imprese, in particolare di quelle che fanno della qualità e della sostenibilità delle produzioni la propria filosofia, ma che per questi motivi vedono lievitare in modo sensibile i costi in annate così difficili».



La stima dei danni, che resterà tale finché non si potrà verificarne in modo più puntuale la portata, proietta tutte cifre con il segno negativo: meno 50% nella zona del Salento che va da Alezio, Gallipoli fino a Leverano, Veglie, Copertino, Salice, Guagnano, dove ad essere messe a dura prova dal maltempo sono soprattutto le uve del Negroamaro; meno 60% nel Tarantino, patria del Primitivo. «Per fortuna il Negroamaro si taglia soprattutto a partire dalla metà di settembre - sottolinea il presidente di Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabria, Massimiliano Apollonio - per cui confidiamo che arrivi presto un bel vento di tramontala ad asciugare tutto. Con questo non voglio dire che non ci siano danni, ma che speriamo di poter recuperare il più possibile della produzione. Meno male che i bianchi per le basi spumante siamo riusciti a vendemmiarle senza problemi, perché abbiamo cominciato a tagliare i primissimi giorni di agosto, quando il tempo si è mantenuto stabile».
Più catastrofica, come si è detto la situazione nel Tarantino, dove «la bomba d'acqua e il vento hanno danneggiato il 60% della produzione» confermano le associazioni agricole. Le zone più colpite sono state quelle della patria del Primitivo: Massafra, Crispiano, Statte, Sava, Manduria, Avetrana, Castellaneta e Palagianello. La situazione è così drammatica che l'associazione dei coltivatori diretti ha già chiesto di avviare le verifiche per la dichiarazione dello stato di calamità. Una cosa è certa: ora le stime ottimistiche iniziali lasciano il posto allo sconforto. «Non c'è dubbio che le previsioni iniziali si ridimensioneranno - sottolinea il presidente Cantele -. La situazione è grave, ma i viticoltori cercheranno di fare di tutto per salvaguardare i vitigni ancora intatti». L'obiettivo è quello di portare a maturazione completa le uve, soprattutto quelle del Negroamaro che, come si è detto, in genere si tagliano intorno alla metà di settembre. «Dove non si potrà fare diversamente, perché i danni sono irrimediabili, bisognerà anticipare la vendemmia - spiega Cantele - invece dove sarà possibile porre rimedio, anche grazie alla tecnologia di cui oggi disponiamo, si cercherà di portare le uve a maturazione, perché il vino buono si fa con l'uva matura».
Cauto ottimismo anche nelle parole del presidente di Assoenologi, Apollonio: «Siamo fiduciosi perché il grosso della vendemmia non è iniziato, speriamo che possa arrivare la Tramontana e asciugare tutto.

I danni ci sono, perché la pioggia non fa bene ai vitigni, ma è presto per parlare di numeri catastrofici». Anche secondo l'enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi «questa è un'annata atipica: le piogge ci sono sempre state e pure intense, ma è la ripetitività la vera particolarità che ha giocato un ruolo importante in termini di conseguenze. Oltretutto abbiamo avuto un importante attacco di peronospora ad inizio giugno, durante il periodo della fioritura, ma è pur vero che a questo gli agricoltori sono preparati, sanno come intervenire: è il maltempo che ci coglie impreparati. Avremo probabilmente delle conseguenze, i terreni non sono in grado di smaltire così tanta acqua e la vendemmia di Negroamaro non è ancora partita. È tutto così imprevedibile: domani, per esempio, avremmo dovuto vendemmiare un vigneto salentino che avevo visionato appena tre giorni fa, era bellissimo. Ieri mi hanno inviato le foto: ora il terreno è immerso nell'acqua. Siamo nel periodo dell'attesa, in cui bisogna incrociare le dita. Io però sono fiducioso, il prodotto ci sarà».

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