Omotransfobia, la proposta di legge regionale primo test sull’unità dei Dem

La protesta di Milano per i diritti delle famiglie arcobaleno
La protesta di Milano per i diritti delle famiglie arcobaleno
di Alessandra LUPO
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Lunedì 20 Marzo 2023, 04:45

La normativa sull’omotransfobia e i diritti delle famiglie arcobaleno collegano con una linea retta il dibattito nazionale a quello pugliese, che vede protagonisti ma schierati su barricate opposte Pd e centrodestra. Dopo la manifestazione delle famiglie omogenitoriali a Milano, seguite allo stop imposto al comune alle trascrizioni dei figli di coppie dello stesso sesso, la segretaria del Pd Elly Schlein punta infatti a riproporre il tema dei diritti in Parlamento non solo con la proposta di legge a firma di Alessandro Zan contro l’omotransfobia, andata a sbattere nell’ultima legislatura, ma anche con la battaglia per le famiglie omogenitoriali che testerà anche la reale portata dell’intesa con il resto dell’opposizione.

La proposta di legge pugliese ferma dal 2021


Con tempismo perfetto la questione riguarda in queste ore anche la Puglia, dove nelle scorse settimane è stata riesumata la proposta di legge contro l’omotransfobia che vedeva come primi firmatari i consiglieri Pd Donato Metallo e Francesco Paolicelli. I due, che al congresso Pd sostenevano Bonaccini e sono vicini al sindaco di Bari Antonio Decaro, riuscirono a mettere insieme gran parte del gruppo dem regionale insieme a civici, pentastellati e Misto, depositando a ottobre 2021 un testo di legge che impegna la Regione a “garantire il principio di pari opportunità e di pari trattamento in riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche di sesso”. 
Ma la legge venne letteralmente paralizzata dai 315 emendamenti presentati da Fratelli d’Italia in commissione. Cui se ne aggiunsero anche dieci depositati dalla collega dem Deborah Ciliento, (che l’area Schlein proprio nel confronto di oggi sui nuovi equilibri del partito potrebbe proporre per la Presidenza Pd pugliese). La consigliera contestava in particolar modo l’articolo 3 della legge in riferimento all’educazione scolastica su cui nel tempo aveva avuto modo di confrontarsi con le associazioni cattoliche.
Ma oggi, con il vento riformista in poppa, i democratici vorrebbero trovare una sintesi per approvare la legge in Puglia, dove sui temi etici e religiosi non è la prima volta che il centrosinistra arriva spaccato, vedi la legge sul Fine Vita.

Le prove di accordo nel Pd in Consiglio


Così, dopo aver richiesto di portare la Pdl direttamente in aula, tirandola fuori da un limbo di due anni in commissione, oggi si terrà un incontro del gruppo democratico in Regione per stabilire una linea condivisa. «Una linea che dovrà tenere conto anche del lavoro di ascolto delle associazioni», spiega Ciliento. Ma di fatto la volontà ci sarebbe. E porterebbe a casa anche il risultato di ridefinire confini, valori e tenuta della maggioranza. «È un tema che ho posto dal momento in cui mi sono insediato in Consiglio Regionale - spiega Donato Metallo -. E finalmente ora il partito, con la segreteria Schlein, ha indicato una linea chiara e inequivocabile. È finito il tempo dei compromessi al ribasso». La proposta venne scritta attraverso un lungo confronto con le associazioni pugliesi come Agedo, che riunisce le famiglie di persone Lgbtq+ ma anche dialogando con il mondo della Scuola, i sindacati, con medici e psicologi che si occupano di transizione di genere, di disforia. «Abbiamo scritto ogni parola con grande rispetto - prosegue Metallo -. È una proposta contro le discriminazioni nel lavoro, nella scuola, nel linguaggio. È una Legge sulla Cultura del rispetto e dell’uguaglianza». 
Ma intanto nel nazionale la polemica sulle parole di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e esponente di FdI sulle coppie omosessuali che «spacciano bambini per propri figli con la maternità surrogata» è stata in parte smussata dalla ministra per le Pari Opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella (Fdi): «Quello che ha detto Rampelli è la verità. La nostra legge - prosegue la ministra - dice che per essere adottati ci vogliono un padre e una madre».
Non dovrà quindi sorprendere che in Puglia, a rapporti di forza invertiti, la legge trovi un’opposizione granitica.
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