In Puglia continuano ad aumentare i contagi da influenza e covid mentre procedono a rilento le campagne vaccinali. Superata la pandemia il rapporto dei pugliesi con i vaccini non sembra più essere ottimale e a fronte di un aumento sensibile dei casi da virus influenzali – che nella settimana dal 4 al 10 dicembre, ha fatto balzare la nostra regione nella zona di rischio “arancione” con una incidenza pari a 11 casi ogni mille assistiti – le somministrazioni del siero anti-influenza si sono attestate su quota 742.147 su una popolazione che conta oltre 3 milioni di cittadini potenzialmente vaccinabili. L’allarme sui rischi per la salute riguarda in particolare anziani e persone fragili, calcolato che il picco per i contagi è atteso durante le festività natalizie.
Il dato raccolto dal dipartimento della salute della Regione Puglia (dal 2 ottobre al 15 dicembre scorso), inquadra la provincia di Bari al primo posto con oltre 250mila vaccini.
Il primo virus influenzale (A/H1N1pdm09) è stato in un paziente di 6 anni, non vaccinato. Quadro sanitario che vede anche il dato sui casi covid in incremento complessivo con i tassi più elevati in provincia di Lecce e Brindisi. In particolare, considerando i dati al 14 dicembre e i 7 giorni precedenti, l’aumento si attesta al 42% a livello regionale, ma al 67% in provincia di Bari. Il tasso più elevato si conferma a Lecce, seguita da Bari e Foggia. Nei primi 14 giorni di dicembre sono stati registrati complessivamente 6.176 contagi.
Tra i più colpiti gli over 90
Tra i più colpiti gli over90. Il cruscotto di monitoraggio regionale sull’andamento delle vaccinazioni ha invece registrato al 13 dicembre 64.422 dosi somministrati, l’83% delle quali somministrate a soggetti di età superiore a 60 anni (53.577). In Puglia, la copertura vaccinale negli over 60 anni si attesta al 5,3%. «I vaccini vanno a rilento e purtroppo riscontriamo un calo anche rispetto allo scorso anno» – afferma Alberto Fedele, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl Lecce. «La somministrazione anticovid è meno di un decimo di quello antinfluenzale – precisa Fedele - mentre i contagi continuano ad aumentare. In Italia stanno morendo per covid 1.200 persone al mese, ma nonostante l’escalation di casi manca la responsabilità collettiva, con i più fragili costretti a ricoverarsi, e purtroppo si registrano anche decessi. In provincia di Lecce abbiamo riaperto i reparti covid e abbiamo circa 10 pazienti ricoverati anche in rianimazione. Gli effetti dei virus sono evidenti, ed è opportuno da parte di tutti fare una corretta valutazione del rischio per le opportune scelte».