Senza vaccini 10mila bimbi, tutti in coda

Senza vaccini 10mila bimbi, tutti in coda
di Maddalena MONGIÒ
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Venerdì 8 Settembre 2017, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 13:51

Affollamento. Non si allenta la presa dei genitori che vogliono far vaccinare i figli in vista delle scadenze fissate dalla legge sull’obbligo di vaccinazione. Se la platea complessiva che interessa i destinari della legge (i nati dal 2001, al 2016) è di 80mila tra bambini e ragazzi salentini; sono 10mila quelli che non risultano in regola. Tra i 10mila non in regola ci sono i figli dei No Vax, ossia i genitori che non vogliono neppure sentir parlare di vaccini (una minoranza) e i figli di chi per ragioni varie non hanno avuto tutte le somministrazioni di vaccini e chi, poi, non può essere vaccinato per motivi di salute. Certo è che quei 10mila che devono mettersi in riga sono davvero tanti e stanno mettendo a dura prova la tenuta psico-fisica degli operatori sanitari dei centri di vaccinazione.
Dieci vaccinazioni obbligatorie che per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia sono il passepartout per l’ingresso a scuola. Il giorno campale è lunedì quando per i piccini da 0 a 6 anni si dovrà consegnare la prenotazione o l’autocertificazione (può essere richiesta, gratuitamente, anche in farmacia) e oggi si teme l’“assalto” ai 13 centri di vaccinazione sparsi nel Salento. Passata questa tornata si apre la finestra per la fascia 6 – 16 anni. In questo caso la documentazione (autocertificazione o attestazione) deve essere consegnata nelle scuole frequentate dai propri figli entro il 31 ottobre.
I dieci vaccini obbligatori sono: l’anti-poliomielitica, l’anti-difterica, l’anti-tetanica, l’anti-epatite B, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo B, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella. Ma il ministero della Salute ne consiglia altri quattro: l’anti-meningococcica B, l’anti-meningococcica C, l’anti-pneumococcica, l’anti-rotavirus. E se da una parte c’è una minoranza di genitori che nutre dubbi e diffidenza verso i vaccini, dall’altra parte basta che si verifichino eventi tragici perché scatti la psicosi. È accaduto anche nella Asl di Lecce, nei primi mesi dell’anno, quando il ripetersi di più casi di meningite su scala nazionale ha spinto genitori e giovani a chiedere la vaccinazione anti-meningococcica B e l’anti-meningococcica C. Un fenomeno che in particolare ha interessato gli studenti universitari che frequentano fìgli atenei al Centro-Nord.
 
Per la scuola dell’obbligo, il rispetto dell’obbligo di vaccinazione non è indispensabile per frequentare. La mancata presentazione della documentazione, entro i termini previsti, sarà segnalata dal dirigente scolastico alla Asl, entro i successivi 10 giorni la scadenza dell’adempimento. dal dirigente scolastico o dal responsabile del centro di formazione professionale regionale all’ASL territorialmente competente che, avvierà la procedura prevista per il recupero dell’inadempimento. Vuol dire che per i primi di novembre le Asl conosceranno la situazione per gli iscritti alla scuola dell’obbligo (per le scuole dell’infanzia e per i nidi i dirigenti si stanno attrezzando per far pervenire entro lunedì gli elenchi alla Asl).
E il Miur è ottimista. «Per agevolare le famiglie, per l’anno scolastico 2017/2018, la richiesta di vaccinazione potrà essere effettuata anche telefonicamente (purché la telefonata sia riscontrata positivamente, con un appuntamento fissato), inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica ordinaria (Peo) o certificata (Pec) di una delle Asl della regione di appartenenza o inoltrando una raccomandata con avviso di ricevimento.

In tutti questi casi, e solo per l’anno scolastico 2017/2018, in alternativa alla presentazione della copia della formale richiesta di vaccinazione si potrà autocertificare di aver richiesto alla Asl di effettuare le vaccinazioni non ancora somministrate». Questa l’indicazione dell’ultima ora dal Miur. Peccato, però, che i telefoni squillino a vuoto perché gli operatori sono alle prese con i vaccini da sommistra

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