Per i contribuenti pugliesi “risparmi” fino a 700 euro. Resta il rebus detrazioni

Per i contribuenti pugliesi “risparmi” fino a 700 euro. Resta il rebus detrazioni
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 19 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:17

Riforma fiscale, gli interrogativi più comuni a seguito delle prime informazioni trapelate sono: quanto e chi ci guadagna? Quali saranno le conseguenze sullo stipendio dei lavoratori? In Puglia sono interessati più di due milioni e mezzo di contribuenti e la stragrande maggioranza ha redditi sotto i 30mila euro. In generale, i risparmi - intesi come una riduzione del prelievo fiscale in busta paga - potrebbero oscillare dai 100 ai 700 euro. Si tratta - bene precisarlo - soltanto di una proiezione sulle nuove ipotesi di aliquote che potrebbe poi essere sconfessata dal ricalcolo delle detrazioni alla luce del dibattito in Parlamento, che nel giro di un paio di settimana esaminerà e voterà la riforma messa a punto dal Governo.
Prima di approfondire la traccia parametrandola sulla platea pugliese, è bene partire da quelle che sono le novità.

Le novità nel testo approvato

Nel testo approvato venerdì non c’è solo l’annuncio di una «revisione organica e complessiva dell’Irpef» per arrivare, a fine legislatura, alla flat tax. L’idea è di far partire «dal prossimo anno» un primo taglio delle aliquote da 4 a 3. E da qui si entra nel campo delle ipotesi poiché quella approvata dal Governo è una legge delega che indica le linee guida: sarà compito dei decreti attuativi fare chiarezza sui numeri. Tuttavia, ci sono alcune ipotesi tecniche sul tavolo e quella più accreditata prevede il primo scaglione Irpef con un prelievo al 23% da applicare ai redditi fino a 28mila euro, il secondo al 33% per i redditi fino a 50mila euro e l’ultimo, al 43%, per chi supera i 50mila euro. Quali sarebbero, dunque, gli effetti sugli stipendi dei pugliesi? Per rispondere a questo quesito occorre combinare le proiezioni realizzate dal Corriere della Sera con i dati forniti dall’Osservatorio economico Aforisma

Il quadro applicato alla Puglia


Semplificando. Nella prima fascia - quindi redditi fino a 28mila euro - ci sono quasi 2 milioni e 200mila contribuenti pugliesi: andrebbero a pagare 4.600 euro di Irpef, a fronte dei 4.700 attuali. Seconda fascia considerata, quella dai 29mila a 50mila euro in cui ci sono 293mila pugliesi: gli attuali 9.150 euro di prelievo Irpef scenderebbero a 8.750. Terza fascia, oltre i 50mila euro in cui rientrano poco meno di 80mila pugliesi: anziché versare 14.400 euro ne verserebbero 13.700. Tutto positivo? Ci guadagnano tutti? No. Entra in gioco, infatti, un altro aspetto fondamentale: quando cambiano le aliquote si modifica anche la curva delle detrazioni per carichi famigliari e lavoro. «La riduzione del numero delle aliquote Irpef, da 4 a 3 scaglioni, diminuisce la progressività dell’imposta sui redditi - spiega Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico Aforisma - le nuove aliquote Irpef permetterebbero risparmi fino a 700 euro. Ma l’effetto finale si dovrà valutare con le modifiche alla cosiddetta No Tax Area (che verrebbe alzata a 8.500 euro sia per dipendenti che per pensionati) e alle detrazioni e deduzioni. Mettere mano a queste ultime, assieme alla riduzione delle aliquote, potrebbe avvantaggiare i redditi più elevati, ma ciò dipenderà dalle scelte che il governo Meloni vorrà adottare».
Ovviamente, una riforma fiscale è fatta di costi e benefici. Più prosaicamente, se si aggiunge da una parte, si toglie dall’altra. Sarebbe impossibile una manovra con soli benefici a costo zero: per trovare le risorse necessarie, allora, il governo prevede un taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Nel tempo sono stati adottati tanti, troppi provvedimenti per rimodulare il gettito a favore dell’erario ed oggi ci sono tante misure ingiustificate oppure ormai superate. In attesa di un riordino complessivo, si contano più di 600 misure classificate come “tax expenditures”. Gli sconti si ridurranno all’aumentare del reddito fino ad azzerarsi attorno al 120mila euro. Non saranno toccate le detrazioni per la casa, la sanità e la scuola. Insomma, vale l’esempio della coperta corta: se si tira da una parte, resta scoperta dall’altra. Ma è inevitabile una revisione di esenzioni, detrazioni, crediti d’imposta e aliquote ridotte in un quadro attuale contorto e frutto di sovrapposizioni eccessive. Per quanto tale materia sia fortemente legata e condizionata dalla sostenibilità dei conti pubblici, occorre intervenire in maniera efficace. Al di là delle diverse posizioni politiche.
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