Xylella, danni per la calamità
arrivano i risarcimenti

Xylella, danni per la calamità arrivano i risarcimenti
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 17 Giugno 2018, 05:30
C’è voluto del tempo, anche troppo per chi ha subìto danni ingenti, vivendo giorno dopo giorno con il patema d’animo di non farcela più a portare avanti la propria attività agricola, ma alla fine i soldi promessi sono stati stanziati e fra pochi giorni saranno nelle tasche dei beneficiari. L’assessorato alle Politiche agricole della Regione Puglia ha finalmente disposto i pagamenti a favore di 950 agricoltori della provincia di Brindisi e Lecce per i danni subiti fino a settembre del 2015 per colpa della xylella fastidiosa. È srtato, infatti, firmato venerdì scorso il provvedimento regionale con il quale si riconoscono 11 milioni e 750 mila euro agli agricoltori danneggiati ed interessati dalla prima declaratoria di calamità.
Le risorse verranno versate nelle casse dei comuni in cui gli olivicoltori operano per essere poi, finalmente, trasferite ai beneficiari. Per chi non ricorda la vicenda, le pratiche per la calamità si erano arenate più volte prima perché gli enti locali non avevano inserito le informazioni complete, tanto che la Regione ad un certo punto aveva dovuto chiedere l’aiuto di Anci (Associazione nazionale comuni italiani) di Puglia per sollecitare i sindaci a darsi una mossa, poi si era inceppato il sistema InnovaPuglia, e quant’altro. Ritardi che avevano finito per diventare cronici al punto da mettere in pericolo l’assegnazione delle risorse.
Ma né l’assessore regionale alle Politiche agricole, Leonardo Di Gioia, né il direttore del Dipartimento regionale all’Agricoltura, Gianluca Nardone, si sono dati per vinti e “armati” di santa pazienza hanno cercato il modo per riuscire a concluder il faticoso iter burocratico, che ha portato allo sblocco dei pagamenti, con buona pace degli agricoltori che da anni attendono i risarcimenti. «La Regione Puglia – ha informato l’assessore Di Gioia - ha sottoscritto la determina che stabilisce le somme da liquidare ai comuni per gli agricoltori aventi diritto che avevano predisposto la domanda nel settembre del 2015, a seguito della prima declaratoria dello stato di calamità da xylella fastidiosa. Un risultato portato a termine in due anni e mezzo per una calamità le cui procedure complesse solitamente necessitano di tempi molto più lunghi per essere espletate. Ora toccherà ai Comuni erogare le somme ai beneficiari». Gli olivicoltori si augurano che il meccanismo non ci inceppi ancora una volta, considerati i tempi dìattesa che hanno dovuto subire.
«Si tratta, ad ogni modo, di un risultato molto positivo - ha sottolineato Di Gioia-, frutto della stretta sinergia tra Regione e amministrazioni comunali. A queste ultime, infatti, spetta il compito di verificare e quantificare la sussistenza del danno. A fronte di una richiesta di circa 14 milioni di euro da parte dei comuni si trasferisce alle 82 Amministrazioni che ne hanno fatto richiesta l’importo di 11 milioni 750 mila euro stanziati a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale. Il trasferimento è, ovviamente, disposto ripartendo le somme disponibili in maniera proporzionale al danno accertato da ciascun comune. Ma è del tutto evidente - ha concluso l’assessore - che con questo provvedimento si è in grado di compensare quasi per intero i danni subiti dando, così, una prima risposta agli agricoltori salentini oramai stremati dalla batteriosi».
Intanto, sulla questione xylella, dopo il cambio di passo annunciato dal presidente della Regione, Michele Emiliano, che nei giorni scorsi in un convegno a Lecce sullo stato dell’arte della batteriosi ha sottolineato che è necessario tagliare gli ulivi, è intervenuta anche Copagri Puglia. «Bene il cambio di passo sugli abbattimenti ma ora si passi finalmente dalle parole ai fatti - ha commentato il presidente Tommaso Battista -. Non si comprende il perché dell’immobilismo dell’Ssservatorio fitosanitario che non ha ancora provveduto a notificare i provvedimenti di abbattimento sui focolai individuati a ottobre, nonostante le sollecitazioni delle imprese. I 29 ricorsi distribuiti in tre anni non possono giustificare lo stallo attuale».
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