Xylella, rispunta il carcere Il nuovo disegno di legge verso il via libera in Senato

Xylella, rispunta il carcere Il nuovo disegno di legge verso il via libera in Senato
di Nicola Quaranta
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Giovedì 7 Febbraio 2019, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 15:13
Norme per accelerare l'abbattimento degli ulivi infetti. E carcere per chi si rifiuta di eseguire i tagli laddove le istituzioni competenti ritenessero necessario e indispensabile farlo. Un cambio di passo, nella sostanza, già visto. L'emendamento stralciato dal decreto semplificazioni, in quanto ritenuto improprio (rispetto al contenuto complessivo di quel testo di legge) dal Capo dello Stato, riprende forma e vigore, infatti, tra le righe di un disegno di legge spinto dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e proposto dai senatori della maggioranza giallo-verde Massimiliamo Romeo (Lega), Stefano Patuanelli (M5s), Gianpaolo Vallardi (Lega), Giorgio Maria Bergesio (Lega), Paolo Ripamonti (Lega), Rosellina Sbrana (Lega), Elena Fattori (M5s, che tuttavia precisa: «Nessun testo è stato depositato nelle camere del Parlamento, la sottoscritta non è né proponente né firmataria di alcun ddl in materia di Xylella»), Francesco Mollame (M5s), Rosa Abate (M5s), Donatella Agostinelli (M5s), Giuseppe Naturale (M5s), Sergio Puglia (M5s), Fabrizio Trentacoste (M5s). In giornata l'esame e il via libera in Commissione Agricoltura. Con novità a latere anche sullo sblocco dei fondi per le gelate del 2018.
Partendo dalla premessa che il batterio killer degli ulivi in Puglia ha colpito profondamente l'intero comparto agricolo, provocando, oltre ai danni diretti sulle coltivazioni, la chiusura di numerosi mercati internazionali per l'esportazione dei prodotti ortofrutticoli nazionali, con gravi perdite economiche per i produttori, oltre a danni irreversibili al patrimonio paesaggistico e naturale dell'area interessata, i firmatari del disegno di legge rilanciano, dunque senza sostanziali modifiche, quanto previsto nell'emendamento cassato qualche giorno fa. Nero su bianco le ragioni di fondo. Una delle principali cause della mancata attuazione delle misure fitosanitarie - si legge nella bozza al vaglio della commissione - è stata determinata dalla presenza di vincoli regionali e nazionali di varia natura (paesaggistici, idrogeologici, forestali) che insistono sulle aree oggetto di eradicazione. La Commissione europea, in relazione alla mancata applicazione delle misure obbligatorie previste, ha promosso una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (2015/2174). Tale infrazione ha sottolineato e rafforzato la necessità di una norma nazionale che consenta di applicare, in casi di emergenza fitosanitaria, le specifiche misure fitosanitarie in deroga a tutti gli eventuali vincoli previsti e in tutti i luoghi nei quali sia necessario rimuovere una fonte di infezione ed evitarne la sua diffusione.
Ciò al fine della protezione delle produzioni agricole, nonché del raggiungimento degli obbiettivi di interesse pubblico quali la protezione del patrimonio ambientale, paesaggistico e forestale.
Le tipologie di vincoli che possono contrapporsi all'attuazione delle necessarie misure fitosanitarie di contrasto agli organismi nocivi delle piante, richieste a livello europeo e internazionale, sono di varia natura e derivanti da specifiche normative di settore. Da qui la necessità di adottare e attuare misure fitosanitarie urgenti per prevenire la diffusione di organismi nocivi per le piante. Comprese le misure più radicali.
«Nei casi di misure fitosanitarie di urgenza derivanti da provvedimenti fitosanitari di emergenza, i Servizi fitosanitari competenti per territorio prevede così il nuovo disegno - attuano o fanno attuare tutte le misure ufficiali ritenute necessarie ad evitare la possibile diffusione di una malattia, ivi compresa la distruzione delle piante contaminate, sui materiali di imballaggio, sui recipienti, sui macchinari o su quant'altro possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi».
Gli Ispettori fitosanitari ed il personale di supporto muniti di autorizzazione del Servizio fitosanitario e previo avviso da comunicare almeno cinque giorni prima della verifica, possono accedere a tutti i luoghi in cui i vegetali e i prodotti vegetali (elencati nel decreto legislativo 19 agosto 2005), oggetto di misure fitosanitarie, si trovano, fatte salve le normative in materia di sicurezza nazionale ed internazionale. In caso di irreperibilità dei proprietari o dei conduttori a qualsiasi titolo e, nelle ipotesi questi rifiutino l'accesso, gli ispettori fitosanitari ed il personale di supporto, nell'esercizio delle loro attribuzioni, al fine di attuare le misure fitosanitarie di urgenza, potranno accedere alle aree e fondi privati. E se necessario richiede al prefetto l'ausilio della forza pubblica.
A seguire il passaggio più contestato, relativo alle conseguenze penali rispetto alle inosservanze delle norme: La mancata attuazione delle misure ufficiali fitosanitarie necessarie ad evitare la diffusione della malattia, è punibile ai sensi dell'articolo 500 del Codice penale. Che recita: Chiunque cagiona la diffusione di una malattia alle piante o agli animali pericolosa, all'economia rurale o forestale, ovvero al patrimonio zootecnico della nazione, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Sul punto il fondatore del M5s, Beppe Grillo aveva tuonato dal suo blog, definendo la prospettiva della reclusione da film horror. L'intervento del garante M5S si aggiungeva alle critiche espresse da alcuni esponenti 5 Stelle, tra cui il senatore Lello Ciampolillo, il parlamentare che aveva spostato la propria residenza in un terreno a Cisternino, nel tentativo, vano, di scongiurare l'abbattimento di un ulivo infetto. Ma ciononostante, i Cinque stelle, insieme alla Lega, tirano dritto. «Nessun passo indietro. E per l'approvazione del disegno di legge, tempi brevi», conferma anche il deputato pugliese del Carroccio, Rossano Sasso.
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