Anoressia, i cattivi consigli in chat: «Niente cibo, sarai felice». Le "sfide" per dimagrire

Viaggio nei canali segreti delle ragazze che vogliono perdere peso: «È un sogno»

Anoressia, i cattivi consigli in chat: «Niente cibo, sarai felice»
Anoressia, i cattivi consigli in chat: «Niente cibo, sarai felice»
di Michela Allegri
5 Minuti di Lettura
Sabato 27 Agosto 2022, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:27

 Messaggi motivazionali, fotografie per documentare i progressi, resoconti puntuali delle giornate trascorse a contare calorie e combattere con gli specchi e con le bilance di casa. Consigli su come diventare una «vera skinny legend» o una «Ana angel», che pesa solo 37 chili per un metro e 78 centimetri di altezza. Sui social sono tornati i gruppi pro-ana e pro-mia, cioè che incitano all’anoressia e alla bulimia. E il peso da abbattere diventa una sfida con se stessi e con la community, che sostiene, che incita, «solo così sarai felice». Entrare nelle chat non è sempre facile. Sono quasi tutte ragazzine, ma ci sono anche ragazzi e qualche maggiorenne. Spesso è necessaria una breve presentazione: nome, o nickname, età, altezza e, soprattutto, peso attuale.

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IL VIAGGIO
Entriamo nel primo gruppo Telegram verso le 15. Al momento dell’iscrizione i membri sono circa 500. Dopo qualche ora il conto sale a 535. Ecco M., giovanissima, che ripercorre la sua esperienza dell’ultimo anno: «A settembre i compagni non mi hanno riconosciuta, ero una vera skinny legend, pesavo poco più di 50 kg per 1,78 di altezza, ve lo giuro stavo da paura. Continuavo ad allenarmi e, seguendo una corretta alimentazione, sono arrivata a gennaio a pesare 37 kg. Fisicamente e mentalmente stavo da Dio». Lo racconta con toni entusiastici, non accorgendosi di avere rischiato la vita. Poi, aggiunge di essere stata ricoverata: «Ai miei questa situazione non andava a genio, così mi hanno ricoverata». Una volta uscita dall’ospedale, il primo pensiero è alla bilancia: «Ora ricomincio il mio percorso insieme a voi». Poi, parte la lista ossessiva di colazioni, pranzi, cene, calorie ingerite. «Pranzo: insalata non condita e taaaaaanta acqua, vi si riempirà il pancino», consiglia un’altra ragazzina. A seguire, una foto di lei, magrissima, e questo commento: «So che non sono destinata a sembrare così, ci sono alcune persone che stanno bene con curve e peso extra, ma io non sono una di loro. Il mio corpo non è progettato per essere quello. Ha una forma troppo strana per sembrare carina con del grasso sopra. Dovrei essere magra, ci riuscirò». Lo specchio restituisce un’immagine deformata.

L’ossessione impedisce il giudizio. L. prova a spiegare come si sente, vuole sostegno, vuole essere capita, ma lei per prima non comprende il pericolo: «Quando mi chiedono perché: perché voglio sentire le ossa, perché voglio che le persone si girino a fissarmi e a chiedersi come ha fatto a perdere tutti quei chili. Perché voglio che mi dicano: Wow sei così magra. E non: Wow sei così simpatica». Mancanza di amore, voglia di fare parte di un gruppo. Nelle chat pro-ana e pro-mia i partecipanti si incitano a vicenda. «Giorno 1 di digiuno, per ora resisto», scrive S., che incassa subito il sostegno della community: «Siiiiii», «io vorrei». Passa qualche minuto ed è un altro componente del gruppo a chiedere aiuto: «Raga consigli per perdere peso?». E subito dopo: «Raga un piatto di riso in bianco quante calorie può avere?». Poi: «Raga app migliori per calorie e conta passi?». Ecco i messaggi scambiati in un terzo gruppo. Un’adolescente ha avuto un contatto stretto con una persona positiva al Covid ed è su di giri: è felice di essere in Dad e spera di essersi contagiata per poter passare le giornate ad allenarsi. «Sono in Dad, amo la mia c... di vita. Sono a pranzo e cena sempre a casa, è vero, ma posso allenarmi tutto il giorno... spero di prendere pure il Covid così sto a casa 20 giorni e posso allenarmi e recuperare». M. racconta che a pranzo ha mangiato «solo vitello scondito». È preoccupata, teme sia troppo: «Non dovrebbero essere troppe calorie, oggi ho camminato molto». Il giorno dopo, seguendo i consigli, corregge il tiro: «Pranzo saltato, cena salto pure, top». Ferragosto viene vissuto come un incubo: «Il digiuno continua, ma abbiamo il pranzo di famiglia, sono impanicata, proverò a fare del mio meglio. Odio le feste».
Nella community si susseguono screenshot di applicazioni per monitorare il digiuno: una ragazzina non ingerisce cibo da 17 ore. Un’altra fa il resoconto della giornata: «A scuola ho mangiato dei cracker e un cappuccino, quindi conto 200 calorie... a cena salto». Poi aggiunge trionfante: «Pranzo: un bicchiere di acqua».


LE FOTO
Continuamente vengono postate foto #Thinspo, abbreviazione di Thinspiration: ispirazione alla magrezza. Immagini motivazionali di ragazze magrissime. Passiamo a un altro gruppo: «Oggi ho fatto colazione con due pesche e ho camminato tutto il pomeriggio». Un altro commento: «Per pranzo sarò obbligata a mangiare un po’ di pizza, se no mia mamma sospetta». Poco dopo: «Oggi ho mangiato un po’ di più e mi sento in colpa». Per cena si concede solo albume d’uovo, «30 calorie, sarebbero 50 ma ne ho lasciato mezzo perché l’albume fa schifo senza niente». Intanto, continuano le presentazioni: «Sono K., ho 15 anni, peso massimo 69, peso minimo 59, peso attuale 60. Obiettivo: 55. Ho deciso di ricominciare tutto sul serio questa volta».


IL MONITORAGGIO
Sul gruppi social pro-Ana e pro-Mia è costante il monitoraggio delle forze dell’ordine. Cristina Bonucchi, psicologa della Polizia Postale, spiega che si tratta di «tentativi pericolosissimi di trasformare una psicopatologia in una visione del mondo. Il rischio deriva dal fatto che i partecipanti hanno il sostegno di altre persone che sono nella loro situazione, non si sentono soli e strani, ma legittimati, protetti». Gruppi di questo tipo possono essere un ostacolo alla guarigione: «È successo che pazienti ricoverati mantenessero i contatti. Quando incappiamo in queste community, se il tenore delle conversazioni è preoccupante, contattiamo le famiglie». Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale, sottolinea l’importanza delle segnalazioni: «È fondamentale denunciare sfide social pericolose e gruppi di questo tipo. Le segnalazioni possono essere inviate tramite il portale www.commissariatodips.it, o attraverso l’app YouPol, anche in forma anonima».

 

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