Bari, 16enne soffre di una malattia rara: salvato grazie a un farmaco innovativo. Cos'è e come si cura l'iperossaluria primaria

La somministrazione del medicinale è avvenuta presso l'ospedale Giovanni XXIII di Bari

La somministrazione del medicinale è avvenuta presso l'ospedale Giovanni XXIII di Bari
La somministrazione del medicinale è avvenuta presso l'ospedale Giovanni XXIII di Bari
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Martedì 28 Febbraio 2023, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:32

A un ragazzo di 16 anni è stato somministrato un innovativo farmaco. Il teenager soffre di iperossaluria primaria di tipo 1 (PH1), una malattia ultra - rara che colpisce il metabolismo, e determina nelle sue fasi evolutive la necessità di eseguire un duplice trapianto di fegato-rene. La somministrazione del medicinale è avvenuta presso l'ospedale Giovanni XXIII di Bari.


Cosa è successo

 «Secondo le più recenti acquisizioni della letteratura scientifica l'utilizzo di questa terapia, il Lumasiran, disponibile solo in pochi centri in Italia, consente di stabilizzare la funzione renale e comunque di evitare il ricorso al trapianto di fegato, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti», spiega Mario Giordano, direttore della nefrologia e dialisi pediatrica al Giovanni XXIII.

L'iperossaluria primitiva tipo 1 (PH1) è una malattia genetica autosomica recessiva ultra- rara, con una prevalenza stimata di 1-3 casi per milione di popolazione e un'incidenza di circa 1 caso ogni 120.000 nati in Europa, ed è responsabile dell'1-2% dei casi di insufficienza renale terminale pediatrici. Il Giovanni XXIII ha ottenuto dalla Regione Puglia e dall'Aifa il riconoscimento per la prescrizione e somministrazione del Lumasiran.

Cos'è e come si manifesta l'iperossaluria primaria di tipo 1?

L’iperossaluria primaria di tipo 1 è una malattia caratterizzata dall’accumulo, in vari organi e tessuti, di ossalato di calcio, che provoca vari problemi tra cui atrofia ottica, aritmie, miocardite, soppressione della funzionalità del midollo osseo, neuropatia, artropatia e fratture.

In particolare, il deposito di ossalato di calcio a livello renale comporta la formazione di calcoli che causano ostruzioni o infezioni delle vie urinarie e danno renale permanente. La malattia si manifesta in genere prima dei 5 anni e può portare a insufficienza renale.

 

Come si trasmette l'iperossaluria primaria di tipo 1?

L’iperossaluria primaria di tipo 1 è causata da mutazioni nel gene AgxtT. Esiste anche un secondo tipo di iperossaluria (tipo 2), causata da difetti del gene Grhpr e una forma di tipo 3 causata da difetti del gene HOGA1. Le mutazioni di tutti e tre questi geni vengono trasmesse dai genitori ai figli come caratteri autosomico-recessivi, ovvero i genitori sono portatori sani della mutazione (e spesso non sanno di averla, soprattutto se non ci sono familiari affetti), mentre ciascun figlio della coppia ha una probabilità su quattro di essere malato.

Come avviene la diagnosi dell'iperossaluria primaria di tipo 1?

Sulla base dell’osservazione clinica ed eventualmente della storia familiare, la diagnosi di iperossaluria primaria può essere formulata grazie a test di laboratorio (misurazione dell’ossalato di calcio nelle urine e nel sangue) e analisi genetica, con ricerca delle mutazioni nel gene coinvolto. Nelle gravidanze da coppie in cui sia stato già identificato il difetto genetico nei genitori è possibile effettuare la diagnosi prenatale mediante prelievo dei villi coriali o amniocentesi.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per l'iperossaluria primaria di tipo 1?

Le terapie disponibili si basano sull’idratazione e somministrazione di sali di calcio per ridurre l’accumulo dell’ossalato nei tessuti. Alcuni pazienti rispondono alla somministrazione della piridossina. Il trattamento d’elezione è costituito dal trapianto combinato di fegato e rene, soprattutto nei bambini. Il trapianto renale, da solo, non è in grado di correggere il difetto metabolico, che ricorre dopo il trapianto. Nel 2020 è stato approvato sia in Europa sia negli Stati Uniti il Lumasiran (nome commerciale Oxlumo), il primo trattamento per l’iperossaluria primaria di tipo 1 che agisce nel ridurre la produzione di ossalato: si tratta di un trattamento basato sull’interferenza a RNA, un meccanismo di silenziamento genico.

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