Il nostro Dna può rivelare se siamo predisposti a forme gravi del Covid. Lo spiega uno studio russo pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Immunology. In particolare, grazie all'utilizzo di un'intelligenza artificiale, gli scienziati russi sono riusciti a scoprire una predisposizione genetica alle forme più severe del coronavirus. È stato infatti messo a punto un modello che indica un legame tra la gravità della patologia da coronavirus Sars-Cov-2 e il genotipo del sistema Hla di classe I (Hla-I). Il lavoro è stato realizzato da scienziati della Facoltà di Biologia e Biotecnologia della Hse-Higher School of Economics University di Mosca (Maxim Shkurnikov, Stepan Nersisyan, Alexei Galatenko e Alexander Tonevitsky), insieme a colleghi della Pirogov Russian National Research Medical University e del Filatov City Clinical Hospital (Tatjana Jankevic, Ivan Gordeev e Valery Vechorko).
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Lo studio
Noto come "antigene leucocitario umano", l'Hla è un set di proteine - e prima ancora di geni - chiave nella risposta immunitaria dell'organismo nei confronti di un attacco esterno.«Oltre alle correlazioni scoperte tra genotipo Hla-I e gravità di Covid-19 - spiega - valutare come una certa mutazione del virus possa influenzare lo sviluppo dell'immunità mediata dai linfociti T» è uno dei risultati raggiungibili grazie ai nuovi dati. «Ad esempio - conclude il ricercatore - saremo in grado di rilevare gruppi di pazienti per i quali l'infezione con nuovi ceppi di Sars-CoV-2 può portare a forme più gravi della malattia», così Tonevitsky.
𝗧𝗶𝘁𝗹𝗲: Association of HLA class I genotypes with age at death of COVID-19 patients.
𝗔𝘂𝘁𝗵𝗼𝗿𝘀: Maxim Shkurnikov, Stepan Nersisyan, Tatjana Jankevic, Alexei Galatenko, Ivan Gordeev, Valery Vechorko, Alexander Tonevitskyhttps://t.co/1zSTkWEQgj pic.twitter.com/fH0OskJu0F— COVID-19_arXiv (@COVID19arXiv) November 23, 2020
La tecnologia
La risposta immunitaria dei linfociti T, o immunità cellulare - ricordano gli studiosi - nasce con la presentazione di peptidi virali sulla superficie delle cellule infette; ne consegue l'attivazione dei linfociti T che hanno la missione di ucciderle. La capacità di presentare con successo sulla superficie cellulare i peptidi virali è in gran parte determinata dalla genetica. In particolare, nelle cellule umane dipende dal sistema Hla di classe I: se rileva bene il virus, le cellule immunitarie riconosceranno e distruggeranno rapidamente le cellule infette.
Utilizzando l'apprendimento automatico, gli scienziati hanno costruito un modello che fornisce una valutazione integrale dell'efficienza del sistema Hla-I. Viene cioè assegnato un punteggio da 0 a 100, dove valori più bassi corrispondono a una migliore presentazione dei peptidi virali e quindi a un rischio inferiore di malattia grave. Per convalidare questo sistema sono stati analizzati i genotipi di oltre 100 pazienti che avevano sofferto di Covid-19 e di oltre 400 persone sane (gruppo controllo). Il modello si è dimostrato «molto efficace nel predire la gravità della patologia». L'analisi è stata effettuata sulla popolazione di Mosca, ma anche su un campione di pazienti di Madrid, in Spagna, confermando «l'alta precisione della previsione: il punteggio di rischio nei casi di Covid grave era significativamente più alto rispetto ai casi lievi o moderati».