UniSalento, riparte l'edilizia: Zara punta ai soldi dei ribassi di gara

UniSalento, riparte l'edilizia: Zara punta ai soldi dei ribassi di gara
di Giorgia SALICANDRO
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Giovedì 3 Marzo 2016, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 13:51
Pozze d'acqua nelle aule, umidità che divora i muri, fili scoperti, intonaco che si sbriciola: parte il countdown per il recupero del patrimonio edilizio dell'Università del Salento. Con un asso nella manica che, assicurano i vertici dell'Ateneo, potrebbe abbreviare i tempi per gli edifici più compromessi. Il rettore Vincenzo Zara e il direttore generale Emanuele Fidora hanno affrontato l'argomento, spinoso, delle precarie condizioni in cui versano le sedi di Ingegneria, Matematica e fisica e Archeologia, nell'incontro con la stampa promosso ieri mattina in rettorato. Al centro della questione, in particolare, gli interventi che non sono compresi nell'imponente progetto da 62 milioni di euro finanziato dal Piano per il Sud, ma per i quali, tuttavia, si dovranno comunque trovare i soldi. Infiltrazioni d'acqua piovana nei corridoi e nelle aule de La Stecca e del Fiorini, umidità di risalita all'ex Inapli, bagni inagibili, pareti che si sbriciolano sia all'interno che all'esterno degli edifici: una situazione insostenibile, stando alle denunce degli stessi studenti raccolte da Quotidiano.
 

Per loro, tuttavia, arrivano rassicurazioni chiare da parte dei vertici dell'Ateneo. Una prima tranche di interventi è già in calendario: entro il prossimo 30 giugno, infatti, dovranno partire gli appalti dei lavori compresi nel Piano per il Sud, da ultimare entro il 2018, come previsto dal Programma triennale dell'edilizia.
Ma la vera novità riguarda la parte di fondi che manca all'appello. «Stiamo valutando di utilizzare i soldi derivanti dai ribassi di gara degli altri interventi – ha dichiarato il direttore generale - in particolare dalla costruzione dell'edificio 4 dello Studium 2000. Non saranno tantissime risorse, ma ci saranno, e saranno destinate alla sistemazione dell'ex Inapli. La parte esterna e gli infissi sono già compresi nei lavori del Piano per il Sud: i fondi ulteriori servirebbero all'impianto antincendio e a interventi igienico sanitari. Le risorse recuperate potrebbero essere destinate in parte anche a La Stecca e al Fiorini». I conti sono già stati messi nero su bianco: 1.590.000 euro è la spesa occorrente per rimettere a posto La Stecca, 1.200.000 euro per il Fiorini, 300.000 per l'ex Inapli.

Per l'ex Principe Umberto il discorso è a parte. Il complesso ospita attualmente circa 150 dipendenti. Un lotto è già stato ristrutturato con i fondi del Provveditorato interregionale, e 300.000 euro sono già a disposizione per completare i lavori. «L'area ristrutturata ospita circa 40 persone, ne restano fuori un centinaio – ha detto Zara – che stiamo valutando di trasferire altrove. La situazione del Principe Umberto mi preoccupa, oltre ai rischi penali a cui vado incontro in quanto datore di lavoro, non è accettabile tenere il personale in ambienti come minimo insalubri, se non del tutto rischiosi». Per la parte restante dell'edificio, invece, che richiederebbe ben 23.500.000 euro, la questione resta aperta.
Certo è che nei prossimi mesi si aprirà una fase di grandi traslochi per l'Ateneo. Le aule e gli uffici ospitati da palazzo Parlangeli approderanno finalmente negli edifici 5 e 6, in costruzione nell'area Studium 2000, e l'Università sta già lavorando per cedere il Parlangeli in affitto, o per venderlo – soluzione auspicata - al Tribunale. E così, hanno spiegato Zara e Fidora, a mano a mano che saranno inaugurate le nuove costruzioni del Programma triennale si procederà alla contemporanea dismissione di quelle che non sono più utili alla causa universitaria.

Intanto, questa mattina i vertici dell'Ateneo torneranno a battere i pugni sul tavolo per la Cittadella della ricerca. L'Università ha convocato una riunione ad hoc a cui parteciperanno anche l'assessore all'Università della Regione Puglia Sebastiano Leo, il presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno e il commissario prefettizio Cesare Castelli, per trovare una soluzione ai disagi nati con la dismissione del servizio di portierato da parte dell'Ente brindisino.
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