«Circondati e picchiati da neofascisti a fine concerto»: la denuncia della band romana Inna Cantina Sound

«Circondati e picchiati da neofascisti a fine concerto»: la denuncia della band romana Inna Cantina Sound
«Circondati e picchiati da neofascisti a fine concerto»: la denuncia della band romana Inna Cantina Sound
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 18 Gennaio 2019, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 12:16

«Circondati, insultati e pestati da un gruppo di neofascisti». A denunciare l’episodio è la band romana Inna Cantina Sound, che si è esibita mercoledì sera nella frazione viterbese di Bagnaia. Alla fine del concerto, mentre stavano caricando i loro strumenti: uno di loro è finito al pronto soccorso. Tutto a causa dei testi delle loro canzoni.

Ecco il racconto della band. «È inammissibile – dicono – che nel 2019 succedano ancora episodi di violenza e fascismo contro chi esprime il suo pensiero attraverso la musica. L’aggressione fisica e verbale che abbiamo subito a fine concerto è un fatto grave che scegliamo di condividere e denunciare pubblicamente: alle due di notte a Bagnaia (Viterbo), mentre caricavamo gli strumenti dopo un bellissimo concerto, siamo stati accerchiati e insultati per i versi delle nostre canzoni da un gruppetto di neofascisti e uno di noi è finito al pronto soccorso per i pugni ricevuti».

Gli Inna Cantina Sound hanno molto seguito, la loro pagina Facebook conta quasi 10 mila iscritti. E dopo i fatti denunciati decidono di andare avanti. «Evidentemente – spiegano - questa è la gente che ancora oggi c’è in Italia, ma noi non smetteremo di cantare la nostra musica e portare avanti le nostre idee. Nonostante le minacce non ci fermeremo mai nel portare avanti un messaggio antifascista e antirazzista e nel combattere ogni giorno per un mondo migliore».

Il lato positivo: le dimostrazioni di vicinanza ricevute e la reazione positiva della gente, cui ora si rivolgono così: «Ringraziamo l’organizzazione e tutte le persone che hanno ballato e cantato con noi – concludono - e che ora ci stanno scrivendo esprimendoci la loro solidarietà. Eravate in tanti, gente di cuore, ed è quella la migliore risposta che abbiamo già dato a tutto. L’Italia non sarà mai nera!».

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