​In scena “Simon Boccanegra”, si apre la stagione del Petruzzelli

In scena “Simon Boccanegra”, si apre la stagione del Petruzzelli
di Eraldo MARTUCCI
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Sabato 26 Gennaio 2019, 19:49
Otto appuntamenti (per nove titoli d’opera), un grande balletto contemporaneo e uno spettacolo di strabiliante clownerie teatrale, per la stagione d’Opera e di Balletto 2019 del Teatro Petruzzelli che si inaugura domani sera alle 18 con il “Simon Boccanegra” di Verdi, per la regia di Arnaud Bernard in nuova produzione (in scena fino al 6 febbraio) coprodotta con Opéra de Lausanne e Slovensko Narodno Gledališce Maribor. Orchestra e Coro del Teatro saranno diretti rispettivamente dallo spagnolo Jordi Bernàcer e da Fabrizio Cassi. A curare le scene lo stesso Bernard, mentre i costumi sono di Marianna Stránská ed il disegno luci di Patrik Méeüs.
La grande novità è rappresentata dal debutto nel “title role” di Luca Salsi, uno dei massimi baritoni presenti oggi sulla scena internazionale, ruolo che in agosto lo vedrà protagonista anche al Festival di Salisburgo sotto la direzione di Valery Gergiev. Salsi interpreterà il Doge anche il 30 gennaio, il 3 e 6 febbraio, mentre nelle recite del 31 gennaio e del 2 febbraio canterà Mansoo Kim. Nella parte di Amelia si alterneranno Liana Aleksanyan (27 e 30 gennaio, 3 e 6 febbraio) e Natalie Aroyan (31 gennaio e 2 febbraio), in quella di Gabriele Adorno i tenori Giuseppe Gipali (27 e 30 gennaio, 3 e 6 febbraio) e Valter Borin (31 gennaio e 2 febbraio). 
Interpreti di Jacopo Fiesco saranno Roberto Scandiuzzi (27 e 30 gennaio, 3 e 6 febbraio) e Abramo Rosalen (31 gennaio e 2 febbraio). Completano il cast Gianfranco Montresor (Paolo Albani), Alessandro Abis (Pietro), Stefano Pisani (Capitano dei Balestrieri) e Marta Calcaterra (un’ancella di Amelia).

L’opera, in un prologo e tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma “Simón Bocanegra” di Antonio García-Gutiérrez, è la quinta scritta da Verdi per Venezia, dove debuttò alla Fenice il 12 marzo 1857. L’esito fu negativo, sebbene il lavoro presentasse aspetti fortemente innovativi dal punto di vista drammaturgico, soprattutto per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi. E dopo l’ultima ripresa avvenuta a Trani nel dicembre 1871, il “Simone” fu dimenticato fino al 1879. In quell’anno Verdi, che stava già lavorando con Boito al progetto di “Otello”, fu infatti sollecitato da Ricordi a rimettere mano all’opera. Il compositore, che già aveva considerato questa possibilità, accettò, a condizione che anche il libretto subisse modifiche sostanziali. La scelta cadde ovviamente su Boito, che scrisse ex novo la grande scena del consiglio nel primo atto. La nuova versione ebbe un’accoglienza trionfale alla Scala il 24 marzo 1881 anche grazie alle performance di Victor Maurel (Boccanegra) e Francesco Tamagno (Adorno), che sei anni dopo sarebbero stati i primi interpreti di Jago e Otello.

Versione che al Petruzzelli è arrivata per la prima volta nel 1976, ricorda il critico musicale Dino Foresio, per il 75° anniversario della morte di Verdi. Sul palco un cast di prim’ordine dove a primeggiare fu Piero Cappuccilli, in quegli anni interprete per antonomasia del ruolo che registrò anche in una memorabile edizione con Claudio Abbado. L’ultima rappresentazione risale al 1990, realizzata in coproduzione con Teatro Politeama Greco di Lecce, con protagonisti il grande baritono Leo Nucci ed il direttore Daniel Oren.
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