«Non conosco un film in cui Stefania non sia più che credibile, lei può essere tutto. È straordinaria, possiede un'invincibile natura di attrice. Nel film Il Conformista l'ho scelta perché mi sembrava che non esistesse nessun'altra attrice così moraviana. La figura della donna romana di cui molte volte ha parlato Moravia, con una solidità, con una grande capacità di attutire i colpi della vita, una presenza protettiva», diceva. E ancora Bertolucci: «Sul set, Stefania è una grande professionista, è inutile darle indicazioni troppo complicate sul personaggio, basta darle una breve spinta sulla schiena per entrare in scena, dopodiché lei, sarà giusta, perfetta per quello che deve fare. Ci sono attori che hanno bisogno di frequentare scuole per apprendere bene il mestiere, lei no, qualsiasi personaggio abbia mai interpretato l'ha reso sempre credibile».
Infine sempre dal regista di Novecento un breve aneddoto che dice molto sul loro speciale rapporto: «Mi ricordo un episodio molto tenero durante le riprese de Il Conformista: avevamo finito di girare le scene di Stefania e si presenta per il suo primo giorno di lavoro Dominique Sanda, inaspettatamente Stefania ha una crisi, incomincia a piangere disperata.
Immagino, da una parte, perché aveva perso la sua unicità sul set, dove era stata fino allora l'unica protagonista femminile e, dall'altra, perché era arrivata questa giovane donna, bionda, bellissima, con un glamour che Stefania non aveva, ma che non aveva bisogno di avere, perché aveva qualcos'altro, ma quel momento, per lei fu difficile. Forse anche Stefania ricorda quel giorno. Mi ricordo che l'abbracciai, ma nel farlo ricordo anche che mi scappava un pò da ridere perché era come una bambina».