La formazione della Pfm - Premiata Forneria Marconi che arriverà stasera in Puglia è di quelle da far girare la testa: Franz Di Cioccio voce e batteria, Patrick Djivas al basso, Lucio Fabbri al violino, Marco Sfogli chitarra elettrica, Alessandro Scaglione alle tastiere, Eugenio Mori alla batteria. Poi tre special guest: Flavio Premoli pianoforte e moog, Luca Zabbini tastiere e voce, Michele Ascolese alla chitarra acustica. È quella completa delle grandi occasioni, degna di celebrare il tour dei sold out della progressive band italiana più famosa al mondo: “PFM canta De André Anniversary” 45 anni dopo l’incontro con Faber.
Un live dedicato a Faber
Al centro c’è la memoria di un’intesa artistica che cambiò la storia della musica d’autore italiana tra PFM e il cantautore poeta genovese. E c’è il mito inossidabile PFM: per la rivista “Classic Rock” la PFM è al 50esimo posto tra i 100 migliori artisti più importanti del mondo, “Rolling Stone” UK ha inserito l’album “Photos of ghost” al 19esimo posto tra i dischi più importanti della musica progressive, e nel 2019 la rivista “Prog UK” ha messo Franz Di Cioccio tra le 100 icone della “musica che hanno cambiato il nostro mondo”. Sipario dunque oggi a Bari al Teatro Team (ennesimo sold out) e domani sera a Gallipoli al Teatro Italia alle 21 (ingressi da 34 euro).
Patrick: «Mi piace la parola “anacronistica”, perché è vero che oggi non si capisce come mai facciamo sold out tutte le sere, noi quando lo dovrebbero fare i ragazzi. Ma d’altro canto la musica è stata sempre una marcia in più della società, soprattutto dei giovani: negli anni Settanta la musica riuscì ad accomunare i ragazzi di tutti i paesi come una lingua universale e crearono i ragazzi un mercato enorme e quindi una realtà da considerare. Oggi è proseguita con l’invenzione dell’informatica, e hanno cambiato il mondo. La musica ha avuto sempre un ruolo sociale importante, e oggi il mainstream è ancora accanto ai giovani. Loro non hanno più le parole, gli mancano perché non si incontrano, si scrivono brevemente, non sono abituati a discutere tra loro. E per questo i brani oggi hanno poca musica e grande quantità di parole. La musica segue le problematiche della società. E poi Fabrizio resta un faro luminoso capace sempre di parlare a tutti, poesia che comunica. Con la nostra musica è facile amarlo ancora di più».
Patrick: «Ognuno di noi è cambiato intimamente dopo quell’incontro: io ho imparato da Fabrizio la capacità di realizzare le cose dando enorme spazio alla fantasia. Lui sapeva organizzare un’enorme fantasia e farla diventare testo perfetto, e per me fu una lezione di vita. E poi ci sono stati cambiamenti nel lavoro: Fabrizio divenne ottimo arrangiatore e dette molta più importanza alla musica rispetto a prima, diventando l’artista più completo che c’era in Italia. E noi dopo di lui abbiamo fatto il disco “Suonare suonare” che dava rilievo ai nostri testi: lui ci spiegò che dovevamo scriverli noi».
Franz: «Credo che sia necessario osare e inventare esperienze senza aspettare che qualcosa si muova intorno. Noi con Fabrizio abbiamo fatto canzoni insieme, non ha scritto per noi; la PFM ha sempre avuto voglia di osare. Oggi siamo ancora felici di suonare, di fare il nostro concerto “diverso”, e oggi di tornare in Puglia».