La Juventus entra nella leggenda e scrive una nuova pagina del calcio italiano conquistando il sesto scudetto consecutivo, meglio della Juve del quinquennio, del Grande Torino o dell’Inter (cinque consecutivi) così come Porto, Real Madrid e Bayern all’estero. La vittoria di una società che 10 anni fa festeggiava la promozione dalla B alla A, in seguito alla retrocessione per Calciopoli, e che oggi Andrea Agnelli è riuscito a riportare in vetta in Italia e in Europa. Grazie a organizzazione e programmazione, più che evidenti nelle scelte di Marotta e Paratici: fuori Morata e Pogba (oltre a Zaza, Pereyra, Padoin e Caceres), dentro Pjanic, Higuain, Benatia e Dani Alves, a parametro zero.
La grande vecchia #Juve
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 21 maggio 2017
Merito soprattutto di Max Allegri che ha raccolto l’eredità di Conte e ricostruito una Juve capace di dominare in campionato e arrivare in fondo alla Champions. Con una svolta tattica ben precisa, a gennaio, contro la Lazio: quel 4-2-3-1 a trazione anteriore che ha permesso il salto di qualità in chiave internazionale, l’unica soluzione per vedere contemporaneamente in campo tutti i top player di una rosa eccezionale. Gli altri protagonisti sono ovviamente i giocatori. A 39 anni Buffon ha disputato una delle migliori stagioni di sempre, da Pallone d’oro, esempio e riferimento in campo e nello spogliatoio, pronto a un ruolo dirigenziale, quando smetterà. Decisiva la difesa, la meno battuta in Italia e in Europa, la BBC nelle sue varie declinazioni, con Bonucci, Barzagli e Chiellini d’acciaio, Rugani in crescita e un Benatia ritrovato e riscattato dal Bayern.
Dani Alves ha fatto la differenza sul più bello, dimostrandosi decisivo nel momento più caldo della stagione, a centrocampo con Khedira e Pjanic la Juve ha trovato equilibrio e solidità. Quantità e sostanza per il tedesco, stagione da protagonista, al netto dell’infortunio contro il Monaco che non gli impedirà di essere in campo a Cardiff contro il “suo” Real, il bosniaco ha trovato il suo ruolo davanti alla difesa, ereditando lo spartito da Pirlo, dopo un avvio in rodaggio da interno e trequartista.
In questa Juve funziona tutto, in particolare la fase offensiva.