Lecce, servono nuove idee per migliorare la fase offensiva

Il difensore del Lecce, Antonino Gallo
Il difensore del Lecce, Antonino Gallo
di Michele TOSSANI
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Martedì 14 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:56

Il Lecce incassa la terza sconfitta consecutiva per mano di un Torino che ha dominato la gara soprattutto tatticamente. Eppure la sfida del Via del Mare era iniziata bene per i giallorossi. La squadra di Baroni è stata aggressiva fin da subito (PPDA a 9.7), riuscendo a sporcare la costruzione di un Toro che si affidava spesso alla palla diretta verso Sanabria per uscire dalla prima pressione leccese. 

Qualche difficoltà nel Lecce l’aveva generata l’utilizzo da parte di Ivan Juric di Rodriguez da quinto a sinistra. Lo svizzero infatti fungeva da costruttore aggiunto, rimanendo vicino ai tre centrali granata e questo scombussolava un po’ il pressing uomo contro uomo dei ragazzi di Baroni, con Strefezza che doveva occuparsi di Buongiorno e allo stesso tempo mettere in ombra la linea di passaggio dal centrale sinistro a Rodriguez.
Le cose miglioravano quando Gendrey cominciava ad alzarsi di più sul capitano del Torino, con Baschirotto che aveva il compito di scivolare alle spalle del terzino pugliese.

Il Lecce riconquista diversi palloni alti nel primo quarto d’ora di partita (alla fine il totale sarà di 17), ma non riesce a sfruttarli a dovere per creare pericoli alla porta difesa da Milinkovic-Savic.

La svolta

La partita svolta a favore degli ospiti però in modo inatteso nel giro di pochissimi minuti. A sbloccare il risultato è la rete realizzata da Singo sugli sviluppi di un calcio piazzato giocato in modo intelligente dalla squadra di Juric. Sulla battuta infatti è Rodriguez che avanza palla al piede prima di scaricare indietro per Miranchuk. Sul movimento della palla verso il giocatore russo, la linea difensiva dei salentini sale male, consentendo all’esterno del Toro di guadagnare una posizione regolare e di andare poi a segno.
Il raddoppio dei granata è frutto di una iniziativa individuale di Radonjić, col serbo che brucia in velocità Baschirotto in situazione di uno contro uno. Giunto in area di rigore il n. 49 del Torino esegue un cut-back (palla laterale che viene trasmessa bassa e all’indietro per un compagno a rimorchio) verso l’accorrente Sanabria, che anticipa senza difficoltà Gallo e infila nuovamente Falcone.

A quel punto, nonostante una eternità ancora da giocare, la partita si è virtualmente chiusa. Il Torino infatti si abbassava gestendo facilmente le iniziative salentine, sempre senza costrutto.
Nella ripresa, per cambiare l’inerzia della gara, Baroni mandava in campo Colombo e Oudin al posto degli spenti Ceesay e Di Francesco. Il Lecce approcciava bene la seconda parte di gara, con un baricentro medio ancora più alto che nel primo tempo (da 54.08m a 56.36m) ma senza creare nessun vero pericolo alla porta avversaria. Il Toro si limitava a giocare basso e ad azionare di quando in quando il contropiede. Da parte loro i padroni di casa spingono soprattutto a sinistra (dove Gallo risulterà il giocatore di casa ad aver giocato più palloni con 81) mettendo dentro tante palle laterali (20) ma ancora una volta senza produrre granché in termini di pericolosità. L’uscita di Hjulmand finiva poi per complicare ulteriormente le speranze di rimonta.

Alla fine la sconfitta del Lecce è meritata: la compagine di Baroni ha creato pochissimo (appena 0.39 il dato in termini di expected goals con una media di soli 0.03 xG per tiro) nonostante un possesso palla totale del 55.2% che arriva al 57.9% nel terzo offensivo di campo. Il problema non è tanto la sconfitta o il fatto che, come detto in apertura, si tratti della terza consecutiva, quanto piuttosto che gli avversari sembrano aver letto il gioco dei giallorossi, trovando le contromisure. Basta infatti aspettare il Lecce nella propria metà campo facendo densità per inaridire la manovra d’attacco salentina. Su questo dovrà lavorare Baroni nelle prossime settimane.

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