Camera di commercio Taranto-Brindisi: ricorso al Consiglio di Stato. Continua la battaglia legale dopo la fusione

La sede della Camera di Commercio di Taranto
La sede della Camera di Commercio di Taranto
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Martedì 13 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:46

Dopo il Tar di Bari, la battaglia legale per la nuova Camera di Commercio Taranto-Brindisi si sposta al Consiglio di Stato con udienza fissata il 22 febbraio. Confesercenti Brindisi - lo aveva già annunciato - ha infatti impugnato sia le decisioni del Tar del 4 ottobre scorso, che il decreto del presidente della Regione Puglia di marzo 2023, chiedendone la sospensiva.

Le date clou

Il Consiglio di Stato, sede di appello, è chiamato a decidere pochi giorni prima dell’insediamento del nuovo consiglio camerale previsto per il 29 febbraio.
Giorno in cui i 33 consiglieri camerali, in rappresentanza delle varie categorie, dovranno eleggere il nuovo presidente dopo quasi tre anni di commissariamento con Gianfranco Chiarelli.

In pole position per assumere la carica di presidente della CdC c’è Vincenzo Cesareo, che è stato presidente di Confindustria Taranto negli anni passati, ma tutto è naturalmente subordinato a quanto accadrà a breve.

Confesercenti Brindisi

«C’è l’udienza il 22 - dichiara a Quotidiano Michele Piccirillo a capo di Confesercenti Brindisi - e noi speriamo che il Consiglio di Stato si pronunci e non si perda ancora tempo. Quello che avevamo chiesto al Tar, lo abbiamo riproposto con l’appello. La sospensiva viene chiesta a partire dall’urgenza, essendo ormai vicino l’insediamento del 29». 

Il lavoro a Taranto


Nel frattempo, il commissario ad acta Claudia Sanesi, segretario generale della CdC, sta lavorando da alcune settimane all’unificazione di tutti gli strumenti che configureranno la nuova Camera di Commercio delle due città, dalle banche dati ai conti di tesoreria. Il tutto diverrà operativo in prossimità immediata della seduta del 29 febbraio se la data dovesse restare perché, nel frattempo, il Consiglio di Stato avrà negato la sospensiva chiesta da Confesercenti Brindisi. È un lavoro organizzativo complesso quello dell’unificazione che, a prescindere dal contenzioso in atto, va comunque preparato per tempo. Se poi il Consiglio di Stato dovesse accogliere il ricorso, è chiaro che i diversi procedimenti saranno fermati prima dell’attuazione. E in tal caso, il commissario ad acta non darà il via alle procedure irreversibili e terrà sospesa la situazione sin quando il Consiglio di Stato non andrà al giudizio di merito. Per esempio, i singoli conti di tesoreria delle due Camere devono essere chiusi a seguito dell’apertura del nuovo conto unificato. Tuttavia, i due conti non saranno chiusi se prima non vi sarà la certezza dell’insediamento del nuovo consiglio, altrimenti le due Camere non potrebbero più lavorare e pagare stipendi e fatture.

Le tappe della vicenda

Tutta la vicenda, col conflitto che ne è scaturito, è partita il 19 gennaio 2023, quando un decreto del presidente della Regione ha assegnato i 33 seggi nel consiglio della nuova Camera di Commercio. Ma il 24 gennaio, a causa del riscontro di un errore materiale, tale decreto veniva sospeso e il 17 marzo ne veniva adottato un altro corretto. Il decreto iniziale, quello con l’errore, è stato notificato alle parti lo stesso 19 gennaio, però Confesercenti Brindisi non lo ha mai impugnato. Né allora, né nel successivo giudizio al Tar di Bari. È stato solo impugnato il decreto con la rettifica. Secondo il Tar, il decreto correttivo della Regione, rimediando all’errore compiuto, non va considerato come “riapertura del procedimento” per l’attribuzione dei seggi nel consiglio in quanto ci si è “limitati a correggere i dati trascritti erroneamente senza incidere su nessun altro aspetto”. Invece per Confesercenti Brindisi “tale interpretazione non è condivisa, atteso che la nuova istruttoria non ha condotto alla correzione di un mero errore materiale” ma ha “stravolto completamente gli equilibri rappresentativi all’interno della Camera di Commercio di Brindisi e Taranto. La sentenza resa dal Tar di Bari - si evidenzia - ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso proposto, senza esaminare il merito dello stesso e quindi senza verificare se le violazioni lamentate siano state commesse”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA