Il Pd riempie le caselle, Vico rischia

Il Pd riempie le caselle, Vico rischia
di Michele MONTEMURRO
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Martedì 23 Gennaio 2018, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 11:21
Il Pd pugliese cerca di fare quadrato tagliando fuori il deputato uscente Ludovico Vico: la definizione, probabilmente, ci sarà oggi in un vertice a Bari anche con i maggiorenti politici e istituzionali provinciali. Lo schema prevede il consigliere regionale Donato Pentassuglia, “renziano”, nel collegio uninominale della Camera nel versante occidentale che va da Ginosa a Grottaglie passando per la sua Martina Franca; un consigliere comunale di Taranto indicato dal sindaco Rinaldo Melucci nel collegio del capoluogo e una esponente donna di Fronte Dem, la “corrente” del governatore Michele Emiliano, nel collegio del Senato che comprende l’intera provincia jonica e non solo.
È questo l’orientamento che ieri a Bari si sono dati il coordinatore regionale Marco Lacarra, il consigliere regionale Pentassuglia e l’assessore regionale di Fronte Dem Michele Mazzarano.
La scelta “di genere” di Fronte Dem sembrerebbe orientata sull’ex consigliera provinciale di Manduria Maria Grazia Cascarano, che ha dimostrato di essere la donna con più voti all’interno del partito e vanta anche un buon rapporto col segretario provinciale “renziano” Giampiero Mancarelli. Nel collegio di Taranto città, qualora il sindaco dovesse dare il via libera all’operazione ne sceglierebbe uno tra il presidente del Consiglio comunale Lucio Lonoce, il capogruppo “renziano” Gianni Azzaro e il consigliere di Fronte Dem Massimiliano Stellato. Se lo schema provinciale dovesse essere confermato, il più avvantaggiato nella scelta potrebbe risultare Lonoce, che è equidistante dalle due “correnti”, pertanto sarebbe la casella ideale da riempiere in un quadro che vedrebbe già un “renziano”, Pentassuglia, nel collegio occidentale della Camera e una esponente di Fronte Dem, Cascarano, al Senato. Se invece dovesse essere scelto uno tra Azzaro e Stellato ci sarebbe un’inclinazione verso una “corrente” rispetto ad un’altra e ciò potrebbe rompere gli equilibri.
Nel collegio della Camera del versante orientale dove figurano anche diversi comuni brindisini, la scelta invece dovrebbe ricadere sulla deputata brindisina uscente Elisa Mariano, pertanto i tarantini al momento sembrano tagliati fuori dalla corsa al seggio in quel versante, anche se nessun tarantino ha espresso una fortissima volontà di candidarsi.
 
Un capitolo a parte merita la discussione sul caso della ricandidatura del deputato uscente Ludovico Vico, che ha già espletato tre legislature ma non ha di fatto svolto le sue funzioni in quindici anni di attività, cioè durante tutto il tempo di tre legislature piene. Il Pd non consente infatti ai suoi parlamentare di ricandidarsi dopo tre mandati, però Vico, “renziano” sponda Martina-Bellanova, rivendica appunto di non aver espletato le sue funzioni di deputato in quindici anni. Secondo quanto emerso dal vertice che si è tenuto ieri a Bari, propedeutico a quello di oggi che potrebbe essere risolutivo rispetto alle candidature nei collegi uninominali, si è deciso di delegare il caso-Vico ai vertici nazionali del partito, pertanto se dovesse essere candidato potrebbe esserlo solo nei listini plurinominali, in quanto i tre hanno assecondato la volontà del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, nel chiedere il rinnovamento dell’attuale classe dirigente. A Melucci, però, spetta l’ultima parola per la partita nel collegio di Taranto città, perché se il primo cittadino non dovesse indicare nessuno salterebbero le soluzioni ad incastro che sono state individuate. Anche i “renziani” hanno convenuto che sul capoluogo la scelta spetta all’uomo più forte del partito, che dovrebbe essere il sindaco, specie dopo l’uscita di scena del deputato uscente Michele Pelillo, pertanto il candidato di Melucci sarà estraneo alle quote relative alle ripartizioni tra “correnti”.
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