I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella manifestando «grande preoccupazione per la condizione drammatica dei lavoratori dell'ex Ilva». I leader metalmeccanici ritengono «fondamentale e urgente l'intervento del Capo dello Stato, garante della Repubblica fondata sul lavoro e sensibile ai temi della sicurezza, per affrontare questa emergenza al fine di trovare soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente, del lavoro e dell'industria del nostro Paese».
L'appello
«È del tutto evidente che le aspettative dei lavoratori non possono essere semplicemente esaurite con una convocazione; servono incontri che affrontino le tematiche sia in merito alla prospettiva sui futuri assetti societari, sia della tanto attesa transizione ecologica, nonché dell'attuale gestione degli stabilimenti e del rilancio produttivo degli impianti oggi ridotti al collasso, mantenendo aperto il confronto con le organizzazioni sindacali».
«L'attuale Governo - aggiungono - se davvero vuole avviare una nuova fase per il rilancio ambientale, occupazionale e industriale della siderurgia italiana, non può affidarsi ad una governance sbilanciata verso l'attuale multinazionale che, in questi anni, ha depredato una fabbrica e non ha rispettato gli accordi pregressi, a partire da quello siglato in sede ministeriale il 6 settembre 2018 e che, per noi, rimane l'unico valido». È il tempo della verità e della condivisione, condizioni necessarie per poter uscire da questa difficile fase di impasse«. Le sigle metalmeccaniche osservano che »la piena riuscita della manifestazione e dello sciopero« del 20 ottobre »ha costretto il Governo a convocare nuovamente un tavolo a Palazzo Chigi per confrontarsi« ma »rimane inteso che, qualora la situazione continui a mostrare una condizione di staticità, attraverso il coinvolgimento di tutti i lavoratori, decideremo ulteriori iniziative di mobilitazione«.