Mar Piccolo, Wwf in azione per salvare i cavallucci marini dalla plastica

Mar Piccolo, Wwf in azione per salvare i cavallucci marini dalla plastica
di Nicola SAMMALI
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Martedì 21 Marzo 2023, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 08:16


Dai fondali del Mar Piccolo di Taranto riemergono bottiglie di plastica e vecchie reti per la pesca. A riportare in superficie una piccolissima parte strettamente simbolica di questi rifiuti che finiscono per spiaggiarsi lungo le coste e che impattano sull'ecosistema marino, ci hanno pensato otto sub del gruppo "Enjoy your Dive" con il progetto "Ri-Party-Amo", promosso dal Wwf Italia e nato con l'obiettivo di contrastare il fenomeno dell'abbandono di materiali pericolosi per l'ambiente. Il weekend scorso, grazie anche alla partecipazione di numerosi volontari e con la collaborazione della Guardia Costiera, di Kyma Ambiente e dei mitilicoltori del Presidio Slow Food, il Wwf Taranto ha organizzato due giornate di attività per ripulire prima il tratto di battigia dell'Oasi dei Battendieri, a due passi dalla Riserva naturale Palude La Vela, spostandosi poi nelle acque del Mar Piccolo tra gli allevamenti delle cozze, per alcune immersioni che volevano essere principalmente un atto di sensibilizzazione verso un problema ancora tutto da risolvere.

«Chiaramente la nostra azione non è risolutiva», sottolinea a questo proposito Gianni De Vincentiis, presidente del Wwf Taranto. «È solo un'azione di sensibilizzazione nei confronti degli utenti del mare - spiega -.

Ormai Mar Piccolo è un parco regionale istituito, quindi abbiamo assoluta necessità di valorizzare questi posti e il prodotto che viene fuori da questa grande risorsa di Taranto».

Da salvare anche la cozza nera

Salvaguardare il Mar Piccolo diventa quindi fondamentale affinché proprio la mitilicoltura, con la cozza nera tarantina, possa continuare a crescere e svilupparsi sul piano della sostenibilità, come da tempo sta cercando di fare. «La situazione è assolutamente cambiata - evidenzia De Vincentiis -: l'amministrazione comunale, e la direzione Ambiente, attivando un progetto che è quello dello Slow Food sta supportando la mitilicoltura attraverso la fornitura di materiale biodegradabile, riutilizzabile, e quindi con basso impatto ambientale».
L'azione del Wwf Taranto si pone come stimolo per la salvaguardia del mare e delle numerose specie che lo popolano. Le operazioni di recupero, per quanto dimostrative, seguono comunque alcune regole precise, e per questo i sub sono preparati su cosa è possibile smuovere e su cosa non lo è, per non intaccare il processo di rinascita dell'ecosistema marino che sta avvenendo in Mar Piccolo, a partire dalle colonie di cavallucci marini e delle altre particolarissime specie che lo hanno scelto come dimora, e il cui sviluppo è oggetto di numerosi studi e progetti di tutela da parte del mondo universitario e della ricerca scientifica ambientale.

«Tutte le parti che sono già colonizzate non vanno assolutamente rimosse, quindi hanno mosso pochissima sedimentazione, perché è già di proprietà della fauna ittica». Dopo qualche minuto di immersione, il sub Luca Pellicor, coordinatore di Enjoy your Dive, ha mostrato il carico di rifiuti: «Fondamentalmente abbiamo trovato delle retine di plastica, del tipo che utilizzano i mitilicoltori: molte, però, erano sedimentate e non le abbiamo potuto smuovere; poi abbiamo trovato soprattutto bottiglie». La plastica, una volta finita in mare, genera dei residui che si depositano sul fondale, mettendo in pericolo il particolarissimo ecosistema marino di questo specchio d'acqua. Tutto il materiale recuperato e imbustato è stato ritirato dagli operatori di Kyma Ambiente, che ha supportato l'iniziativa, per lo smaltimento finale, l'ultimo passaggio della catena di aiuto rivolta al mare voluta dal Wwf, fatta di impegno e attenzione al futuro.

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