Porto, meno navi e meno merci
Il 2017 è l’anno dei passeggeri

Porto, meno navi e meno merci Il 2017 è l’anno dei passeggeri
di Tiziana FABBIANO
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:33
Meno navi, più persone. Il porto di Taranto arretra nelle merci e aumenta in modo esponenziale nel segmento, finora del tutto nuovo, dei passeggeri.
Sono questi i dati che mostrano gli effetti di dodici mesi di transizione per lo scalo jonico. L’Autorità portuale di sistema del Mar Ionio ha chiuso i conti con il 2017. L’anno che si è concluso con una sfilza di segni meno. Il traffico, rispetto al 2016, è in negativo. Quello delle merci movimentate segna infatti un sonoro tonfo: meno 12,2 per cento. Si è passati, infatti, da 24.668.850 tonnellate del 2016 ai 21.648.287 dell’anno scorso.
Il totale complessivo è dunque negativo. In particolare per gli sbarchi (-2.743.870 in numeri assoluti e un -17,9% in percentuale), oltre che per gli imbarchi (-276.639 in variazione assoluta e -3%).
La statistica vede quindi un balzo all’indietro in quasi tutte le voci. Ad eccezione appunto, del traffico passeggeri, che per la prima volta vede 8546 persone in transito.
Il saldo è tutto positivo perché si partiva da zero: nessun passeggero per lo scalo jonico in precedenza, vista l’attività di taglio prevalentemente industriale e commerciale del porto.
Il 2017 ha visto, dunque, il battesimo dello scalo turistico, con l’arrivo delle navi da crociera. Il porto di Taranto è stato infatti una delle tappe di un itinerario crocieristico della compagnia “Thomson Cruises” che, da maggio a settembre, ha realizzato 11 scali con i suoi ospiti.
Trecento navi in meno, invece, che hanno transitato nei dodici mesi alle spalle nel porto di Taranto: -13,3%. Si è passati dalle 2262 navi partite e arrivate dallo scalo nel 2016, alle 1962 dell’anno scorso.
Pesante anche il dato relativo al traffico ro-ro su cui pure lo scalo aveva puntato. Le merci hanno segnato un -90,1% nel confronto tra le due annualità.
 
Resta a zero, come peraltro nel 2016, la voce legata alle merci movimentate in container. Sono passati ormai quasi tre anni da quando il traffico container, realizzato attraverso la società Tct di Evergreen-Hutchison, si è interrotto. La compagnia ha lasciato lo scalo di Taranto agli inizi del 2015 preferendogli il Pireo, in Grecia, e mettendo anche in liquidazione la società Taranto container Terminal. Il molo polisettoriale, sul quale operava Tct, è in via di ammodernamento. Negli ultimi mesi due società si sono candidate per investimenti nella logistica nella stessa banchina resa più moderna e funzionale. È ancora presto, però, per segnare una ripartenza e un ritorno del segno positivo nei dati.
D’altra parte il calo nel traffico delle merci al porto di Taranto è legato anche alla sua funzione strettamente industriale, a corollario delle grandi industrie come Eni e Ilva. La crisi della fabbrica dell’acciaio si denota in una riduzione della produzione che, a sua volta, incide sui dati del porto. Non a caso a calare sono le merci “rinfuse”, ovvero le materie prime siderurgiche e i prodotti petroliferi, che vedono un calo nella movimentazione del 17,3%. Nel dettaglio, -17,1% per le rinfuse liquide e -17,4% per quelle solide. Le merci movimentate, nel totale assoluto delle rinfuse, ha sfiorato i 16 milioni di tonnellate.
Numeri fortemente negativi soprattutto per gli sbarchi di merci che complessivamente fanno registrare un -17,9 per cento: da poco più di 15 milioni di tonnellate si chiude il 2017 a circa 12 milioni e mezzo di tonnellate.
Gli imbarchi sono diminuiti del 3%, in numeri assoluti circa 276mila tonnellate, restando attorno ai 9 milioni di tonnellate.
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