Minacce di morte: sotto scorta il segretario Fim-Cisl Bentivogli

Minacce di morte: sotto scorta il segretario Fim-Cisl Bentivogli
di Tiziana FABBIANO
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:04
La madre di tutte le vertenze è quella dell’Ilva di Taranto. Ma si sta occupando anche di altri dossier economici, a partire da Fiat. E i suoi tweet su temi come l’alternanza scuola-lavoro e l’immigrazione, gli sono costati attacchi, nemmeno velati ma diretti. Così dopo mesi in cui si sono susseguite anche minacce di morte, l’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), in coordinamento con le Prefetture di Roma e Ancona, ha assegnato la scorta al segretario generale dei metalmeccanici Fim Cisl, Marco Bentivogli.
Lo ha comunicato lo stesso Bentivogli all’uscita della riunione tenutasi ieri al Ministero dello Sviluppo Economico sul caso Alcoa. Telefonate e lettere anonime, avvertimenti e intimidazioni hanno accompagnato la recente attività del segretario generale delle tute blu della Cisl. Il veleno, ancora una volta, è stato veicolato dalla rete, via social network. Nel mirino ogni post e ogni tweet. Come quello sull’alternanza scuola-lavoro che ha scatenato la minaccia di morte «ti spareremo al cuore». Critico sulla politica, Bentivogli ha detto la sua sui partiti anti-migranti. E nella vertenza Ilva ha criticato apertamente il Pd accusandolo di «silenzio» nello scontro istituzionale tra il Governo e il presidente pugliese Michele Emiliano. La posizione di Bentivogli e della sua organizzazione sulla fabbrica di Taranto è stata altrettanto netta e chiara: sì alla trattativa, no ai ricorsi degli enti locali contro il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Il segretario finito sotto scorta definì «irresponsabili» Regione Puglia e Comune di Taranto per l’impugnativa al Tar contro il piano ambientale Ilva. Ed è stato proprio lo stesso Bentivogli ieri a parlare del «clima di rancore e odio» che «sta coltivando il germe di una violenza diffusa a cui occorre mettere argine. Sono saltati i freni al senso di responsabilità che dovrebbe essere la precondizione di qualsiasi dibattito pubblico».
 
Questo «avviene quotidianamente per opera di anonimi e di personalità che hanno perso il senso del limite e danno fuoco alle polveri di chi non ha mai smaltito i fondi di bottiglia dell’estremismo ideologico populista», ha detto. Il rischio ravvisato dalle istituzioni ha scatenato l’immediata reazione della segreteria nazionale Cisl. «È un fatto davvero preoccupante. Esprimiamo la nostra solidarietà e la vicinanza della Cisl a Marco Bentivogli e alla Fim Cisl. La Cisl e tutte le sue categorie non si lasceranno intimidire da chi vuole mettere in discussione con la minaccia della violenza il ruolo libero ed autonomo del sindacato e dei tanti uomini e donne al servizio dei lavoratori che rappresentano in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori la nostra l’organizzazione», ha affermato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Solidarietà anche dagli altri sindacati e dal mondo politico. La segreteria della Fiom-Cgil esprime «piena solidarietà a Marco Bentivogli per le minacce ricevute e alla Fim-Cisl. La Fiom-Cgil da sempre condanna ogni atto di intimidazione che è una violenza inaccettabile in un Paese democratico» affermano i metalmeccanici della Cgil. E anche Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria nazionale del Partito Democratico esprime «solidarietà e vicinanza. «È un fatto grave e che desta grande preoccupazione. Siamo al fianco dei sindacati contro ogni forma di violenza» conclude Guerini. Ha aggiunto Teresa Bellanova, ex sindacalista e ora viceministro allo Sviluppo economico: «Un abbraccio a Bentivogli. Un monito per noi tutti: non sottovalutiamo, non dimentichiamo cosa è già accaduto. Il clima di violenza che traspare dalle parole, anche della classe politica, non fa bene alla democrazia e a tutti noi».
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