Omicidio di mala, sette arresti a Taranto

Il luogo dell'agguato
Il luogo dell'agguato
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Martedì 19 Giugno 2018, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 13:33
Sette arresti per un terribile agguato di mala. È arrivata alle prime luci dell'alba la svolta nelle indagini sull'omicidio di Mario Reale, pregiudicato tarantino di 54 anni, assassinato brutalmente nel maggio di due anni fa nel rione Tamburi. Gli investigatori della Mobile, infatti, hanno eseguito i mandati di cattura spiccati dal gip Martino Rosati a carico di sette tarantini. Tra loro anche i presunti responsabili del delitto, che sarebbe maturato nell'ambito di un conflitto per il predominio nello spaccio di droga. Reale venne raggiunto dai sicari in via Ugo Foscolo e venne bersagliato di colpi di pistola mentre si trovava nel negozio in cui lavorava. La pioggia di piombo non gli diede scampo. Dopo due anni di indagini la svolta con gli arresti scattati all'alba di oggi. Gli indagati, chiamati a rispondere anche di altri gravi fatti di sangue, sono accusati, a vario titolo, di omicidio, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, danneggiamento, ricettazione, sequestro di persona, lesioni e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel dettaglio gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato i tarantini Pasquale Lippo e Giovanni Lupoli, rispettivamente di 38 e 26 anni, con l'accusa di essere gli autori materiali del raid in cui venne ucciso Mario Reale. Quel giorno i due avrebbero fatto irruzione nel negozio in cui si trovava la vittima con il volto coperto da passmontagna e con le pistole in pugno. Durante quei terrificanti secondi, i killer esplosero undici colpi con due pistole diverse. Sotto la valanga di fuoco rimase ucciso Reale, mentre il figlio della vittima venne ferito. Poi il commando si diede alla fuga a bordo di una vettura che poi venne rinvenuta completamente bruciata. Alla base del delitto ci sarebbe stato un dissidio legato a un credito che Reale vantava per una fornitura di droga. In tutto 29.000 euro di cui avrebbe chiesto la restituzione, innescando la violenta reazione dei suoi rivali. Nel corso delle indagini sullo spietato omicidio, gli agenti hanno inquadrato altri episodi criminosi. Per i quali sono stati incriminati altri cinque indagati. Si tratta dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Scarcia, di 29 e 37 anni, Nicola Galeanno, di 38 anni, Angelo Piemonte, di 26 anni, e Michele Martera, di 65 anni. Per tutti gli indagati il gip ha disposto la misura del carcere, mentre per il solo Martera sono stati disposti gli arresti domiciliari.
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