"L'Ilva è un bidone di Stato". Questa la protesta inscenata stamattina dinanzi allo stabilimento siderurgico di Taranto da un centinaio di affiliati ad Aigi, aziende dell'indotto, per accogliere i commissari dell’amministrazione straordinaria Ilva oggi in ispezione nel siderurgico. Singolare la forma di protesta adottata. I manifestanti hanno al collo bidoni bianchi di plastica e su ciascuno è segnato un anno dal 2015 al 2024 per simboleggiare che l’amministrazione straordinaria rischia di essere un nuovo “bidone di Stato “ come accadde già con la prima nel 2015 che ha visto sfumare 150 milioni di crediti che le imprese non hanno ancora percepito. Le imprese di Aigi temono che ora con la nuova ventilata amministrazione straordinaria di verifichi la stessa cosa accaduta nel 2015.
L'ispezione
Si avvia questa mattina dopo le 9.30 l’ispezione dei commissari e dei tecnici di Ilva in amministrazione straordinaria sullo stato degli impianti di Taranto dati in gestione ad Acciaierie d’Italia, la società costituita da Mittal (privato, maggioranza) e Invitalia (pubblico, minoranza).
Gli impianti
E oggi Ilva in as troverà fermo anche un altro impianto: si tratta del Treno Nastri 2 fermato da ieri alle 23 sino alle 15 dell’8 febbraio. La precedente ispezione avvenne a giugno 2020 dopo una fase di contrasti iniziali tra Ilva in amministrazione straordinaria e l’azienda, che allora si chiamava ancora ArcelorMittal Italia, che ritardó di diversi giorni la visita degli ispettori dichiarando di non essere stata preavvisata. L’ispezione che invece parte oggi è stata invece chiesta la scorsa settimana ad Acciaierie dalla proprietà degli impianti e sono trascorsi alcuni giorni di silenzio da parte di Acciaierie prima che quest’ultima avviasse una interlocuzione con Ilva in as, che nella lettera di una settimana fa aveva peraltro sollecitato notizie sullo stato degli impianti nella stessa giornata di trasmissione della missiva.