«Sul recupero del Vittorio Veneto si proceda d’intesa con la Marina»

«Sul recupero del Vittorio Veneto si proceda d’intesa con la Marina»
di Francesca CIURA
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Sabato 9 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:49
All’indomani delle dichiarazioni del Commissario Straordinario alle bonifiche per l’area di Taranto, Vera Corbelli su Nave Vittorio Veneto, la Fondazione Michelagnoli con una lettera aperta chiede che sulla musealizzazione e sul recupero dell’incrociatore si faccia chiarezza e si agisca in sinergia con la Marina Militare. Non solo si chiede alla Corbelli il dettaglio tecnico di quelle che potrebbero essere le eventuali compromissioni ambientali che l’operazione di bonifica della nave potrebbe comportare. Ma per il Commissario, la possibilità di trasformare nave Vittorio Veneto in un museo galleggiante a beneficio della città di Taranto sarebbe una scelleratezza.
I motivi addotti sarebbero essenzialmente due: il primo di natura finanziaria, troppo elevati i costi per bonificare l’incrociatore lanciamissili che fino al 2006 (anno del disarmo) è stato fiore all’occhiello della Marina Militare italiana. Ma è soprattutto per i rischi ambientali che potrebbero derivare a seguito delle operazioni di recupero e bonifica, che il progetto, per la Corbelli è da bocciare. «Non deve entrare nel bacino di carenaggio - tuonò la Corbelli nel corso dell’audizione in Consiglio Comunale di qualche settimana fa - è amianto allo stato puro!». Avviare le bonifiche nella rada tarantina equivarrebbe quindi a far esplodere una bomba ecologica. La Corbelli taglia corto ed afferma di aver già fatto presente allo Stato Maggiore della Marina la necessità di far andar via da Taranto al più presto l’incrociatore per non correre il rischio di peggiorare ulteriormente la situazione. E poi aggiunge: «qualcuno si è messo in testa di trasformarla in un museo. Ma perché focalizzare l’attenzione sul Vittorio Veneto quando avete un’infinità di bellezze da valorizzare? Lasciatela a chi non ha nulla da mostrare». 
Dichiarazioni forti che non potevano non prevedere una replica da parte di chi, come la Fondazione Michelagnoli, crede e sostiene il progetto di recupero e valorizzazione. L’ingegner Salvatore Mellea, presidente della Fondazione scrive così una lettera aperta al Commissario Corbelli nella quale precisa alcuni punti. Il primo riguarda l’allarme ecologico. 
 
«Le dichiarazioni da lei fatte - scrive Mellea - sono state improntate ad un tono allarmistico di cui non si comprendono a pieno le ragioni, in assenza di specificazioni sulle valutazioni tecniche poste a base. Altrettanto incomprensibile risulta a questa Fondazione, in relazione ad analisi dei costi fatti in anni non lontani, l’indicazione della cifra di 150 milioni di euro come investimento necessario alla musealizzazione dell’Unità. Desta inoltre perplessità che lei si esprima senza far riferimento ad alcuna posizione della Marina militare circa lo stato della Nave ai fini della galleggiabilità, la mappatura dei fattori di rischio, la dannosità dell’amianto ancora presente a bordo».
Circa poi le modalità con le quali la nave dovrebbe essere bonificata, Mellea ricorda che le operazioni possono essere effettuate senza dover necessariamente immettere il Vittorio Veneto in bacino ma con nave galleggiante. Riguardo poi i fattori di rischio per il Mar Piccolo e la popolazione, la Fondazione rileva che «si avrebbe il paradosso dell’accettazione colposa, da parte della Marina militare. «Analogo problema - prosegue la lettera della Fondazione - si presenta per l’esecuzione di lavori in bacino, di cui Lei teme la pericolosità per il Mar Piccolo. È lecito infatti domandarsi se ci sono evidenze di questo tipo derivanti da indagini tecniche svolte dalla Marina militare durante precedenti lavori cui l’Unità è stata sottoposta».
La Fondazione Michelagnoli chiede che sulla questione si proceda con attenzione, d’intesa con la Marina Militare affinché si possano produrre più precise valutazioni sui rischi da amianto che la musealizzazione dell’Unità presenterebbe, nonché sull’applicazione di tecniche idonee a farvi fronte e sui costi relativi».
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