Tragedia sulla gru del porto Per la morte del giovane operaio scattano gli avvisi di garanzia

Tragedia sulla gru del porto Per la morte del giovane operaio scattano gli avvisi di garanzia
di Mario DILIBERTO
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Domenica 20 Maggio 2018, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 19:35
Scattano gli avvisi di garanzia per il drammatico incidente sul lavoro nel quale giovedì mattina ha perso la vita l'operaio tarantino Angelo Raffaele Fuggiano, di soli 27 anni.
Le notifiche sono partite contestualmente agli avvisi per il conferimento dell'incarico per l'autopsia, che sarà affidata domani, a mezzogiorno, al medico legale Marcello Chironi. Un passaggio fondamentale per l'attività inquirente avviata dopo la tragedia avvenuta nella sala argani della gru Dm6, nel reparto Ima dell'Ilva, al quarto sporgente del porto mercantile.
Su quell'impianto, infatti, lo sfortunato operaio, dipendente della ditta Fer.Plast, stava eseguendo con i suoi colleghi un intervento di manutenzione. Si stava procedendo alla sostituzione di un grosso cavo di acciaio, ma durante l'operazione, un gancio ha ceduto. La fune si è liberata facendo scattare una carrucola che è schizzata con la forza di un proiettile. Quel gancio ha colpito alla schiena il giovane operaio, uccidendolo quasi sul colpo. Angelo Fuggiano è stato soccorso dai compagni e dai sanitari del 118 che hanno disperatamente tentato di rianimarlo. Ma, purtroppo, per lui non c'è stato nulla da fare.
Una tragedia sulla quale si sono subito accesi i riflettori della procura.
I magistrati lavorano sull'ipotesi di cooperazione in omicidio colposo. Una contestazione che, alla luce degli elementi raccolti nel corso delle 48 ore successive alla morte bianca dagli inquirenti di Capitaneria di Porto e Spesal, aleggia sulla testa di sei persone. Da un lato i responsabili della ditta dell'indotto e dall'altro due manager Ilva. Nel dettaglio si tratta del direttore dello stabilimento Ruggero Cola, del capo area del reparto sbarco materie prime di Ilva Carmelo Lucca, messinese di 37 anni, assistiti dall'avvocato Angelo Loreto, di Luca Palma, imprenditore tarantino di 39 anni, chiamato in causa come rappresentante della Fer.Plast, assistito dall'avvocato Michele Sorgente, di Giuseppe Cassese, tarantino di 52 anni, capo cantiere della stessa ditta, del capo squadra Carmine Scialpi, tarantino di 53 anni, e di Antonio Lupo, 38enne di Campi Salentina, sempre della Fer.Plast.
La loro iscrizione sul registro degli indagati va inquadrata nell'ambito dei cosiddetti atti dovuti, funzionali alla prosecuzione dell'attività inquirente. Domani, come accennato, l'indagine vivrà la tappa fondamentale dell'autopsia che, salvo sorprese, il medico legale concluderà nella serata. Un tassello che si andrà ad incastrare nella ricostruzione dell'incidente fatta dagli investigatori. Una lettura puntuale degli eventi nella quale, stando a quanto si è appreso, sono state evidenziate diverse zone d'ombra. Aspetto che ha spinto in queste ore gli inquirenti ad interrogarsi sui profili di responsabilità da ipotizzare. Un nodo che, in questa fase dell'inchiesta, è stato sciolto con il passaggio alle notifiche degli avvisi di garanzia.
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