Ex Ilva, la Uilm tuona: «Mandare via gli attuali dirigenti, lo Stato prenda in mano Taranto»

L'assemblea di ieri mattina a Taranto
L'assemblea di ieri mattina a Taranto
di Domenico PALMIOTTI
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Martedì 21 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:01

Uil e Uilm alzano il tiro su Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva. Lo fanno a due giorni dalla ripresa delle trattative al ministero del Lavoro (incontro il 23 alle 10) per la proroga della cassa integrazione straordinaria che l’azienda ha chiesto per un altro anno per 3.000 dipendenti, di cui 2.500 a Taranto. Presenti i due segretari generali, Pierpaolo Bombardieri per la Uil e Rocco Palombella per la Uilm, il sindacato, che ieri mattina si è ritrovato all’hotel Salina per festeggiare il risultato delle elezioni delle rsu del siderurgico, elezioni che hanno riconfermato il primato Uilm, lancia due messaggi chiari.

I messaggi all'azienda

Il primo è che non firmerà nessun accordo sulla cassa al buio, cioè senza sapere quali scenari e quali prospettive attendono la fabbrica.

Il secondo, invece, è relativo all’allontanamento dell’attuale gruppo dirigente per portare lo Stato in maggioranza al 60 per cento nell’azienda. «Bisognerebbe scegliere di dare finalmente risposte certe all’Ilva - afferma Bombardieri -. Invece mi pare che il Governo, come quello precedente, continui a non scegliere, continui a spendere soldi per interventi per l’Ilva e soprattutto continui a dare fiducia ad un gruppo dirigente che sta dimostrando di voler chiudere lo stabilimento. Noi siamo convinti - prosegue Bombardieri - che l’Ilva sia un pezzo importante della nostra industria e sia un asset strategico per un’industria manufatturiera come la nostra». Quindi, sollecita «chiediamo al Governo di fare scelte concrete e immediate, di allontanare l’attuale gruppo dirigente e di prendere direttamente la gestione in mano. Quello che noi stiamo chiedendo è il futuro di un asset strategico per l’industria manifatturiera - aggiunge Bombardieri -. Credo di non dover ricordare che a qualche centinaia di chilometri da qui c’è Melfi e che la gran parte delle industrie manifatturiere ha bisogno dell’acciaio. Ecco perché c’è bisogno di scelte chiare per il futuro». Per il leader della Uil «la nostra visione è quella che abbiamo sempre sostenuto: la possibilità di far coincidere lo sviluppo industriale e la salvaguardia del territorio. Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e il territorio. Questa cosa è possibile. Chiediamo però che la politica si assuma le proprie responsabilità». «Lo chiediamo al Governo - prosegue Bombardieri - e in questo territorio lo chiediamo alla Regione e ai Comuni. Perché troppe volte abbiamo registrato cambi di indirizzo».

Palombella: nessun accordo sulla cassa integrazione

«Noi non faremo accordi di cassa integrazione senza nessun ritorno dal punto di vista della prospettiva», dichiara il numero 1 della Uilm, Rocco Palombella. «Elargire la cassa integrazione - rileva Palombella -, sperperare risorse ed avere reddito da fame per i lavoratori, noi non lo accetteremo. Noi vogliamo che ci sia una discussione sulla prospettiva. L’anno scorso non abbiamo firmato l’accordo e si disse che alla fine dell’anno bisognava far ripartire i lavori per l’altoforno 5. Ma non sono partiti l’anno scorso e non partiranno nemmeno quest’anno. E quindi anche stavolta, se non ci saranno impegni precisi e date ben evidenziate, ovviamente non firmeremo la cassa integrazione». Secondo Palombella «la situazione dell’acciaio va bene, c’è grande mercato, grande richiesta. Il problema è che noi non siamo in grado di produrre acciaio e quindi lo dobbiamo importare. Lo stiamo importando da diversi anni, in particolare durante la pandemia, e anche adesso che c’è ripresa. Non siamo in grado di produrre i laminati piani che produce lo stabilimento di Taranto. Li stiamo importando a prezzi molto alti».

«Noi - sostiene Palombella - continueremo a batterci affinché ci sia un futuro per lo stabilimento di Taranto e per tutti gli altri stabilimenti italiani. L’Italia era un Paese produttore ed è un Paese utilizzatore. È possibile crederci. Ci abbiamo sempre creduto e continuiamo a svolgere il nostro ruolo con grande determinazione. Non ci potrà essere futuro per gli altri stabilimenti senza la continuità produttiva di quello di Taranto», dice Palombella. «Si parla tanto di acciaio green, di accordo di programma, temi che io ho ascoltato da tanti anni. Ciò che noi ribadiamo - conclude il segretario generale della Uilm - è che se ci sono queste idee, questi progetti, che li tirassero fuori. I progetti devono avere un inizio ed una fine. Se non c’è vuol dire che ancora una volta vogliono perdere tempo senza assumersi responsabilità. Noi ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci con chi ha a cuore la salute dei lavoratori, del futuro della siderurgia e dei livelli occupazionali».

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