«La vita è un diritto, non la morte». L'ultima volta che Papa Francesco si è pronunciato sull'eutanasia, ribadendo la contrarietà della Chiesa, a legislazioni che in molti Stati puntano ad introdurre il diritto al fine vita, risale a qualche mese fa.
Il nodo legislativo che interpella molti Parlamenti europei è diventato incalzante anche in Italia, come ha fatto notare il tesoriere dell'associazione Coscioni, Marco Cappato che ha sostenuto che «malgrado ostruzionismi e resistenze ideologiche si sta faticosamente affermando il diritto di scelta alla fine della vita». Dietro queste parole c'è la morte di una signora triestina, malata di sclerosi multipla, scomparsa lo scorso 28 novembre a seguito della somministrazione di un farmaco letale fornitole (assieme alla strumentazione necessaria) dal Servizio sanitario nazionale. Il primo caso nazionale del genere è stato commentato dal vescovo Antonio Suetta, di Ventimiglia, con parole di misericordia e umanità benchè abbia poi chiarito quale è la dottrina della Chiesa in materia.
«Oggi è una giornata triste perché una persona ha lasciato questa vita in modo così doloroso.
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Suetta ha ricordato la linea rigorosa del Magistero: «Qui il confronto è antropologico ed etico però, se la vita è un bene indisponibile, allora lo è sempre. Il che vale per il soggetto stesso. Capisco che sia un discorso difficile da presentare a chi vive situazioni drammatiche dal punto di vista della sofferenza, e per questo parlo della questione con estremo rispetto per questa persona. Il problema non è la signora Anna , che ha fatto una scelta certamente non libera ma comprensibilmente condizionata dalla sua situazione difficile».
Nella sua storia bimillenaria, la Chiesa ha sempre affermato che la vita deve essere difesa dal suo concepimento fino alla morte naturale. Iil Catechismo afferma: «l'eutanasia volontaria, qualunque ne siano le forme e i motivi, costituisce un omicidio. È gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore» (2324).
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Per Papa Francesco le richieste eutanasiche sono in costante aumento perchè il pensiero dominante è segnato dalla «cultura dello scarto», un pensiero che «ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre. La compassione evangelica invece è quella che accompagna nel momento del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che ‘vede’, ha compassione, si avvicina e offre aiuto concreto».