Una lite tra giovani Capriati e Strisciuglio in cui «Lello» si sarebbe intromesso in difesa dei suoi rampolli, forse proprio dei due figli. Ad un mese dall’omicidio di Raffaele Capriati, ucciso lunedì 1 aprile in una strada di Torre a Mare, in via Bari, probabilmente da due sicari a bordo di una moto, gli inquirenti, diretti dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede, stanno scandagliando la vita dell'uomo, nipote del boss Tonino. Uno dei sospetti da subito avanzati è che il 40enne, colpito da tre colpi di pistola calibro 9x21 al volto e da uno alla spalla, avesse preso le difese dei suoi due figli («considerando il suo profilo criminale non è escluso che si fosse messo in mezzo», è il ragionamento degli investigatori) in uno dei tanti battibecchi in discoteca in cui Sabino e Christian, i figli di «Lello», erano stati protagonisti con i giovani di gruppi criminali rivali.
L'omicidio di Pasquetta
E anche per questo l’omicidio di Pasquetta, su cui è al lavoro la squadra mobile del primo dirigente Filippo Portoghese, potrebbe essere collegato con la sparatoria avvenuta a Carbonara, feudo degli Strisciuglio, il 28 marzo scorso, quando un 19enne e un 20enne del posto, incensurati, si sono presentati all’ospedale Di Venere con due ferite d'arma da fuoco al polpaccio e alla spalla.
Le conversazioni
Palermiti, rivolgendosi a Mastrorilli, sostiene che «la picchiata la devono fare la picchiata… quello sta… il figlio di Filippo», intendendo, secondo gli inquirenti, «Sabino Capriati, figlio di Filippo (quest’ultimo fratello di Domenico)». È Mastrorilli, poco dopo, a precisare a Palermiti che si tratta del «figlio di Lello» puntualizzando che «no… il figlio di Filippo è un ragazzo buono». Per gli inquirenti, quella frase, «sta a significare che quel Sabino Capriati (figlio di Filippo) non è in grado di fare un agguato». Palermiti, a questo punto, afferma: «La devono fare la picchiata… il figlio di Lello e il figlio di Mimmo», ossia «i cugini Giuseppe Capriati (figlio di Domenico) e Sabino Capriati (figlio di Raffaele)», in quel periodo rinchiuso nel carcere di Tempio Pausania, a Sassari, per l’omicidio di Michele Fazio. Secondo gli inquirenti «sono, dunque, gli stessi interlocutori ad indicare i nomi di quelli che loro ritengono saranno gli esecutori materiali di una probabile azione armata in danno di un componente della famiglia Larizzi». Ed ancora: una «ulteriore conferma che suffraga la ricostruzione investigativa» è fornita da Palermiti e da Mastrorilli: «Il figlio di Lello è il ragazzo che abita in comunità» e poi, successivamente, alla domanda di Palermiti che gli chiede «Allora se n’è scappato dalla comunità?», Mastrorilli risponde: «Se n’è scappato… adesso l’ho saputo… adesso proprio». E proprio riguardo «a quest’ultimo particolare effettivamente Sabino Capriati, figlio di Raffaele, dal 20 dicembre 2018 si è allontanato arbitrariamente» da una comunità educativa di San Severo «in cui era stato collocato dal Tribunale per i Minorenni di Bari».
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA