Dal fumetto? Giocattoli e un omaggio a Genova

“Effetto He-Man” è l’interessante saggio di Brian “Box” Brown sulla strategia commerciale che trasforma in giochi e gadget gli eroi dei comics amati dai ragazzi. S’intitola “I moti celesti”, invece, la graphic novel di Peroncini, romanzo urbano ligure

Dal fumetto? Giocattoli e un omaggio a Genova
di Luca BANDIRALI e Stefano CRISTANTE
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 06:43

Nel caleidoscopico scenario del fumetto contemporaneo non è raro, ormai, imbattersi nelle forme del saggio o del romanzo: l’ultimo lavoro di Brian “Box” Brown è un piccolo trattato sulle strategie della comunicazione pubblicitaria rivolta all’infanzia negli Stati Uniti; l’esordio di Michele Peroncini è un appassionato romanzo urbano ambientato a Genova.
Brian “Box” Brown, “L’effetto He-Man. Come i produttori americani di giocattoli ti vendono i ricordi della tua infanzia”, Bao Publisher.
Le prime trenta pagine di questo lungo saggio a fumetti sono un piccolo trattato di sociologia della comunicazione, più precisamente di sociologia della propaganda. Box Brown, quarantatreenne autore di comics ospitati, tra gli altri, dal New York Times, inserisce nelle prime tavole Edward Bernays, l’inventore delle public relations, colui che fece fumare le donne americane trasformando le sigarette in emancipazione (era il 1929). Bernays è l’iniziatore di un mondo dominato da una comunicazione persuasiva sempre più pervasiva. È il segreto dell’infanzia, e i produttori di giocattoli lo hanno imparato perfettamente: quando si riesce a entrare nelle grazie di una mente infantile con dei personaggi da essa desiderabili l’effetto “nostalgia” resterà appiccicato al bambino per sempre, anche quando sarà un adulto e persino un anziano. Il libro di Brown spiega convincentemente come l’industria culturale del ‘900 colse la possibilità offerta dai nuovi mezzi di comunicazione di massa di tradurre i personaggi più amati (a cominciare da Topolino) in giocattoli, e a iniziare uno sfruttamento intensivo dei desideri messi in moto dalle produzioni audiovisive (dopo il cinema arrivò la tv). Il nesso trasmissioni per bambini-pubblicità-merchandising è esplorato da Brown rinunciando alla retorica, e mettendo nei balloon frasi secche e perentorie. Nel saggio si vedono dirigenti degli studios televisivi farsi beffe delle lamentele delle associazioni dei genitori, arrivando ad aumentare la pubblicità nei programmi per bambini nella metà degli anni ’60 fino al 20% (12 minuti pieni) per ogni ora di trasmissione. Più tardi, negli anni ’70, Star Wars diede un nuovo, formidabile impulso alla colonizzazione dell’immaginario infantile, creando una lunga serie di nuovi eroi pronti all’identificazione infantile. La Mattel si gettò a sua volta nell’impresa, commissionando un giocattolo che derivava da un fumetto elementare poi seguito da una serie d’animazione: He-Man, un guerriero il cui corpo muscoloso e i cui tratti generici potevano rinviare a qualsiasi contesto, così come il suo nome. Polemiche, imitazioni, conflitti e machiavellismi psicologici al servizio del mercato sono sciorinati da Brown nel corso dell’intero graphic-essay (fatto di personaggi semplificati ma sempre riconoscibili), la cui conclusione non può che essere apocalittica: “Le corporazioni mediatiche di oggi hanno un potere su di noi che non ha precedenti sul pianeta Terra e che cresce costantemente. Il loro obiettivo è chiaro. È lo stesso di tutte le imprese capitalistiche: fedeltà al marchio dalla culla alla toma”. (Anche se poi Brown ammette, parlando dei prequel di Star Wars: “Sono impazzito per Baby Yoda come chiunque altro”).
Michele Peroncini, “I moti celesti”, Coconino Press-Fandango.
Tre amici sbarcano il lunario trafficando nel piccolo business dei mobili usati, tra cantine da svuotare, mercatini, pezzi pregiati e chincaglierie, incontrando persone di ogni tipo; non pestano i piedi a nessuno, ma neanche se li fanno mettere in testa. Il primo romanzo grafico di Michele Peroncini, trentasettenne ligure, è un lungo omaggio a Genova, alle sue strade, alle sue vedute e alla sua gente. La qualità artistica del libro si fonda su un segno sempre in bilico tra stilizzazione e realismo, movimentato da cromatismi eclettici e camaleontici. La qualità narrativa sta nella vivacità autentica dei protagonisti. Fausto, Siro e Gian, gli eroi sghembi de “I moti celesti”, non possono non far pensare ai più amati personaggi di Andrea Pazienza: Zanardi, Colasanti e Petrilli, gli studenti riottosi di “Giallo scolastico”. Certamente meno violenti, più romantici e più sognatori, i personaggi creati da Peroncini hanno però la stessa sensualità esplicita oltre a un’energia latente, irrisolta, aguzza, pronta a scattare come una lama, delle eterne icone di Pazienza. E intorno, in tutti e i due casi, ci sono città che non se ne stanno sullo sfondo, ma offrono al personaggio (e a chi legge) un’entusiasmante esperienza geografica.
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