Il libro della Pasqua: ecco “Passione” in edicola con Quotidiano

Il libro della Pasqua: ecco “Passione” in edicola con Quotidiano
di ​Antonio ERRICO
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Giovedì 21 Marzo 2024, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 07:00

Il libro “Passione. Pasqua in Puglia: i riti, i luoghi, le tradizioni” è in vendita nelle edicole in abbinamento con il Nuovo Quotidiano di Puglia al prezzo di 3,80 euro più il normale costo del giornale. Richiedetelo al vostro edicolante.

di Antonio ERRICO

A volte sembra che il vento del tempo travolga ogni cosa, ma poi ci si accorge che ci sono dimensioni dell’umano che resistono anche al vento più impetuoso. Certi riti, per esempio, che sono la sintesi sostanziale della relazione tra il terreno e l’ultraterreno, che contemperano il sentimento e la ragione, la fede e la tradizione, la riflessione e lo stupore. Come i riti di Pasqua dentro i quali “Nuovo Quotidiano” intraprende un viaggio che intitola “Passione” come il libro che da domani - 22 marzo - potrà essere acquistato in tutte le edicole insieme con il giornale.

La storia in Puglia


Parole e immagini per raccontare una storia che viene da un tempo lontano e che ogni volta si rinnova, acquisendo ogni volta significati nuovi, o comunque rinnovati.
Tempo di Pasqua. La festa più bella dell’anno, scrive Anita Preti nell’articolo che apre il volume. È più bella del Natale, dice. Perché il Natale esclude: coloro che non hanno, coloro che sono soli. La Pasqua invece include, dice, “perché non c’è uno al mondo, uno solo, che non abbia o non abbia avuto una pena nel cuore”. Forse Pasqua è la festa dei poveri, del loro non essere poveri in un istante di resurrezione. I poveri esistono davvero. A volte le cronache, i resoconti, i dati delle statistiche fanno spavento. Le situazioni di povertà, di emarginazione, i disagi, le difficoltà, i malesseri di ogni genere che crescono, dilagano, fanno spavento.
Ha scritto don Tonino Bello che non è vero che poveri si nasce. Si può nascere poeti, ma non poveri. Poveri si diventa come si diventa avvocati, tecnici, preti; si diventa poveri dopo una trafila di studi, dopo lunghe fatiche ed esercizi estenuanti. La povertà è una specie di carriera, che richiede un tirocinio difficile. Così ha scritto il sacerdote che nacque in un giorno di marzo a Finibusterrae.


Allora, a quelli che hanno potere, a quelli che contano, a quelli che decidono, ai leader di ogni parte, agli alti gradi, a tutti i governi, ai principi di qualcosa, ai padroni di questi tempi, noi, per questa Pasqua, vorremmo chiedere di fare qualcosa per interrompere quella carriera che porta alla povertà: che da quando il mondo è mondo e l’uomo è uomo, fatte le eccezioni di straordinaria santità, non s’è mai visto qualcuno che ci tiene.
Scrive monsignor Vito Angiuli in uno degli articoli di “Passione” che “parlare di Pasqua significa necessariamente immergersi in una realtà che appartiene a tutti, credenti e non credenti, tanto il suo fascino attira e commuove. Nella vicenda pasquale, infatti, c’è tutto l’universo umano e divino: la sofferenza e la gioia, le lacrime e il conforto, la solitudine e la consolazione, la fragilità e la forza, la morte e la vita, i sentimenti umani e le parole divine. La rappresentazione del mistero della morte e risurrezione di Cristo non finisce di interrogare e di meravigliare”.
Siccome “tocca aspetti fondamentali della vita, la Pasqua assume un valore non solo religioso, ma anche antropologico. È un simbolo universale che svela il senso dell’esistenza e dell’agire dell’uomo, mette al centro il tema della libertà e della liberazione da ogni forma di schiavitù e di sopraffazione, considera il senso della sofferenza e del dolore. Soprattutto tocca il rapporto tra la vita e la morte, inteso come un drammatico duello che raggiunge il suo esito finale nella vittoria della vita su ogni fragilità e caducità dell’esistenza umana”.
I riti della Pasqua in Puglia sono espressione di tutto questo.

Sono la dimostrazione del bisogno che ha l’uomo di richiamare il divino sulla terra, di renderlo prossimo, vicino, di sentirlo appartenente, coinvolto nelle vicende di ogni giorno, nelle gioie e nei dolori, nelle speranze e nelle delusioni, nelle fragilità, nelle paure, nelle incertezze, ma anche nelle certezze. Nelle morti e nelle resurrezioni. 

Accoglienza e comunione 


I riti di Pasqua in Puglia sono forme di accoglienza, di comunione. Mettono insieme. A volte - spesso - richiedono silenzio. Perché nel silenzio il pensiero si fa più intenso, si fa più forte. I tempi che attraversiamo hanno il bisogno - l’urgenza - di condizioni di accoglienza, di comunione. Hanno bisogno anche del silenzio come spazio che si apre nel fragore della superficialità, dell’apparenza e attribuisce valore al pensiero che si tende alla rivelazione, alla comprensione di tutto quello che nelle dimensioni dell’essere e dell’esistere, è profondità, sostanza, essenzialità di senso.
I testi di “Passione” procedono in due direzioni, una orizzontale e una verticale.
La direzione orizzontale determina il contesto antropologico in cui accadono gli eventi, il paesaggio culturale in cui si collocano. La direzione verticale costituisce il tessuto dei riferimenti storici, individua l’origine, evidenzia analogie e differenze tra le diverse zone della Puglia.


Presente e passato, osservazione e memoria si combinano in una articolazione narrativa che consente una ricostruzione attendibile della natura e dello sviluppo del rito, del suo divenire e del suo conformarsi ai mutamenti sociali.
Domenico Palmiotti, Rita de Bernart, Maria Leda Cesari, Mimmo Tardio, Matteo Caione, Gino Martina, raccontano luoghi – Taranto, Gallipoli, Lecce e il Salento, Francavilla Fontana e la provincia brindisina, Bari e la sua provincia, BAT e Foggia – individuando i tratti dei riti che connotano quei territori. Parallele a quelle dei testi scorrono le narrazioni fotografiche di Ruggiero Campanella, Potito Chiummarulo, Donato De Ceglie, Massimiliano Frigione, Renato Ingenito, Enrico Lasorsa, Claudio Longo, Luigi Loreti, Alessandro Manni, Viviana Minervini, Nunzio Pacella, Giuseppe Palumbo, Cristina Pellegrini, Nicola Quaranta, Alessandro Rodia, Enzo Schiavano, Salvatore Scialpi, Giuseppe Tarantino, Mimmo Tardio, Sebastiano Ursi.
Chi legge può rintracciare gli elementi in comune tra i riti dei diversi luoghi e quelli che si propongono con una caratteristica di unicità. Può riconoscere le loro forme perché nel tempo ne ha fatto esperienza oppure incontrare i riti per la prima volta, lasciandosi stringere dallo stupore.
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