Divieto di bivacco, accampamento e campeggio abusivo su tutto il territorio comunale. Lo prevede anche quest’anno l’ordinanza firmata dal sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, e in vigore dal 27 aprile, tesa ad arginare, almeno sulla carta, il malvezzo, che si ripete spesso nel parcheggio di via Francesco Zacà, nei pressi del cimitero comunale e in altre zone cittadine, di sostare con camper o furgoni o anche con tende nell’area non autorizzata per il cosiddetto campeggio libero. Ciò è stato segnalato negli anni anche in altre zone sensibili quali le spiagge dei litorali di Baia Verde e di Rivabella e l’area del parco di Punta Pizzo, con la comparsa di tende e accampamenti improvvisati. L’ordinanza, già trasmessa in prefettura e, per il tramite del comando della polizia locale, alle forze dell’ordine, è in vigore da subito, ma il compito più arduo resta sempre quello di far rispettare ancora una volta questa disposizione comunale per arginare il fenomeno del campeggio abusivo soprattutto in previsione del boom auspicato nei prossimi mesi estivi. E non solo. Nelle premesse che giustificano il provvedimento viene evidenziato come “è emerso in varie situazioni ed in diversi punti del territorio urbano il fenomeno della nascita di insediamenti non autorizzati di gruppi di persone, con presenza anche di minori, che occupano porzioni di aree pubbliche per utilizzarle come campeggio, bivacco e accampamento”. Nello specifico l’ordinanza del primo cittadino prevede che sino al prossimo 2 di novembre è in vigore il divieto di campeggio, bivacco e accampamento, al di fuori delle aree espressamente destinate a tale scopo, anche mediante l’utilizzo di veicoli di ogni genere, quali caravan, roulotte e camper adibiti a dimora fissa.
Le aree attrezzate
Secondo le prescrizioni comunali c’è da tenere presente che sul territorio cittadino esistono aree attrezzate (nell’area dedicata ai camperisti del parcheggio a pagamento sempre in via Zacà ad esempio), comunque non del tutto efficienti, dotate dei relativi servizi, in modo da consentire agli eventuali interessati di rispettare le norme a tutela dell’igiene, sanità ed incolumità pubblica.
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