Letizia Toni: «Cara Gianna, per assomigliarti sono pure entrata nel podere dei tuoi genitori»

L'attrice è la Nannini nel film Sei nell'anima: «Interpretare la tua vita mi ha fatto rileggere il mio percorso di ragazza cresciuta in campagna in Toscana ma che sognava in grande»

foto RALPH PALKA
foto RALPH PALKA
di Letizia Toni*
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 07:45

Cara Gianna,
interpretare un personaggio grande come il tuo è stato un viaggio che mi ha arricchito tantissimo a livello personale e anche professionale, è il mio primo lavoro da protagonista in un film.

Quando ho iniziato a studiare la tua vita per preparare il provino, ho deciso di partire dall’infanzia perché volevo trovare la tua essenza, senza rischiare di fare solo un’imitazione. Ho letto la tua autobiografia e molte interviste. Sono arrivata perfino a scavalcare la cancellata del podere dei tuoi genitori per vivere davvero l’esperienza di camminare tra i vigneti, come avevi fatto tu, e vedere i posti nei quali sei cresciuta.

Tutto questo mi ha riportata indietro nel tempo e ho scoperto di avere fatto un percorso, per molti versi, simile al tuo. Anche io sono cresciuta in campagna, in Toscana. Anche noi abbiamo un’azienda di famiglia e conosco bene i conflitti che possono nascere per questo con i fratelli. E il sentimento di chi si allontana dalla famiglia e si ritrova, da sola, in una città nuova, che hai provato quando sei scappata per andare a Milano, l’ho sperimentato qualche anno fa. Nel 2017 ho lasciato Pistoia per trasferirmi a Roma. Vivere in una realtà diversa, più grande, significa doversi salvare tutti i giorni: dalle amicizie sbagliate, dai manager disonesti, da quelli che ti promettono cose bellissime ma poi ti fregano perché sei acerba, ingenua, ti fidi. Così ho cominciato a costruire l’anima del personaggio ben prima di lavorare sui movimenti, la camminata, l’aspetto esteriore. E dopo, tutte queste cose sono venute naturalmente. Quando, ti ho conosciuta e ti ho raccontato quello che avevo colto di te, ti sei commossa e quello per me è stato il segnale che ero davvero sulla strada giusta. Mi hai portata nella tua dimensione, senza farmi sentire la responsabilità del personaggio, hai normalizzato tutto e mi hai trasmesso ottimismo.

Poi, hai sentito la mia voce e mi hai detto “perché non canti tu?”. È stato bellissimo. Ti ringrazio per la fiducia che hai riposto in me.

Facendo l’attrice, agli inizi ti confronti con tanti “no” e spesso ti deprimi, si sviluppa un senso di inadeguatezza, ora grazie a questo lavoro sento una nuova sicurezza. Anche il rapporto doloroso con il tuo babbo lo capisco bene. Nella scena della cena, in cui lodano tuo fratello per i suoi successi, e tuo padre invece, davanti alla copertina del tuo nuovo disco in cui appare un vibratore, ti dice “Te il mio cognome su questo disco non lo metti”, l’ho vissuta anche io, seppure per motivi diversi, perché il mio babbo lodava mio fratello ma non considerava serio il mio mestiere da attrice e ripeteva sempre “Dovresti venire a lavorare alle 8 del mattino”. 

C’era il destino, forse, in questo ruolo. I miei genitori hanno sempre ascoltato le tue canzoni. A quattordici anni, io sentivo sempre Meravigliosa creatura. Un mese prima di fare il provino, quando ancora non sapevo nulla di questo lavoro, sono venuta a un tuo concerto proprio insieme al mio babbo. Oggi la tua canzone che sento più “mia” è La differenza, la ascoltavo anche l’altra mattina, perché parla di un momento di rottura, una grande sofferenza da cui si riparte, una sorta di anno zero. Non so spiegarlo. La tua musica, Gianna, parte dall’anima, travolge, non si può definire a parole.
 *attrice che ha interpretato
 il ruolo di Gianna Nannini
 nel film “Sei nell’anima

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