Meningite, sintomi vaghi e decorso rapido: il vaccino è l'arma più efficace

Meningite, sintomi vaghi e decorso rapido: il vaccino è l'arma più efficace
di Maria Rita Montebelli
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 08:07

Sono ancora più di mille i casi di meningite che si registrano ogni anno in Italia e purtroppo il 10-15% non riesce a sopravvivere a questa malattia infettiva che, sebbene relativamente rara nel nostro Paese, è potenzialmente molto grave. Anche per i sopravvissuti infatti le conseguenze possono essere importanti perché la meningite può portare a sordità, deficit neurologici o amputazione degli arti, come nel caso della campionessa di scherma paralimpica Bebe Vio. Il fattore tempo è determinante, ma i sintomi possono non essere molto chiari all'inizio e a volte il decorso è così rapido (forme "fulminanti") da non riuscire a somministrare in tempo un antibiotico salva-vita.

LE FORME

«La maggior parte dei casi gravi di meningite è causata da batteri spiega la professoressa Rita Carsetti, Responsabile dell'Unità di ricerca sui linfociti B presso l'Ospedale Bambino Gesù di Roma e vice presidente della International Union of Immunological Societies, della quale il prossimo anno diventerà presidente - e gli antibiotici possono aiutare a combatterle, a patto però che si sospetti subito la malattia e che si facciano rapidamente gli esami necessari a confermarla (l'esame del liquor mediante puntura lombare). Ma il modo più efficace per proteggersi dalla meningite è la vaccinazione, perché questa fa trovare l'organismo pronto a combattere questa infezione con i suoi anticorpi». Da oggi, fino al 30 aprile, l'Oms promuove in tutto il mondo le vaccinazioni, con la World Immunization Week.

LA TRASMISSIONE

La meningite è una malattia infiammatoria delle membrane (le meningi) che avvolgono cervello e midollo spinale. La maggior parte delle infezioni viene trasmessa direttamente da una persona all'altra, attraverso le secrezioni del tratto respiratorio e le goccioline di saliva, con la tosse o gli starnuti. Può colpire persone di ogni età, ma i bambini piccoli (tra 6 mesi e 4-5 anni) e gli adolescenti sono a maggior rischio, insieme agli immunodepressi. I sintomi più comuni della meningite sono febbre alta, cefalea, nausea e vomito, stato confusionale. «Nei bambini molto piccoli però spiega la professoressa Carsetti l'unico sintomo può essere una febbre "strana", nel senso che il bambino sembra stare molto più male di quanto non accada normalmente quando ha la febbre. Può apparire irritabile o molto sonnolento. A volte compaiono chiazze rossastre sulle gambe o sul corpo e la fontanella anteriore sul cranio appare bombata. Al minimo sospetto è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso perché la meningite è un'emergenza medica. Una volta confermata la diagnosi, i medici, oltre a prendersi cura della persona malata, prescriveranno una profilassi antibiotica a tutti i contatti».

TIPOLOGIE

I ceppi batterici più spesso responsabili della malattia sono il meningococco, lo pneumococco e, nei più piccoli, l'Haemophilus influenzae di tipo b (che è un batterio e non va confuso col virus dell'influenza). «Oggi - prosegue la professoressa Carsetti abbiamo vaccini per ognuno di questi ceppi batterici e dunque possiamo proteggerci efficacemente da questa malattia. I vaccini vanno fatti nei primi mesi di vita, per essere poi essere ripetuti prima dell'adolescenza». I più a rischio meningite sono i bambini tra i 6 mesi e i 3-4 anni, gli adolescenti e i giovani adulti. «Fino a circa 5-6 mesi di vita spiega l'esperta - il bambino è protetto dagli anticorpi che la madre gli trasmette durante la gravidanza, ma poi questa protezione viene meno; per questo bisogna ricorrere al vaccino, da ripetere poi intorno ai 10-12 anni, prima che inizino gli "anni della discoteca", perché la frequentazione di ambienti al chiuso e affollati favorisce il contagio».
L'Italia può vantare nel campo dei vaccini contro la meningite un motivo d'orgoglio, visto che quello contro il sierotipo B del meningococco è stato messo a punto dal dottor Rino Rappuoli, inventore della "reverse vaccinology" e direttore scientifico della Fondazione Tecnopolo di Siena. «Quello contro il meningococco B si riteneva un vaccino difficile commenta la professoressa Carsetti - quasi impossibile da mettere a punto, ma il dottor Rappuoli è riuscito nell'impresa e nell'arco dell'ultimo decennio con questo vaccino sono state salvate milioni di vite nel mondo e ci auguriamo che venga prontamente adottato per tutelare i nuovi nati».

MULTIPLO

Lo scorso marzo infine la Commissione Europea ha dato il via libera alla somministrazione anche per i neonati, bambini e adolescenti del vaccino coniugato anti-pneumococcico 20-valente (cioè contro 20 sierotipi diversi di questo batterio) per la prevenzione della meningite, la sepsi, la polmonite e l'otite media causate dallo pneumococco.
Il vaccino era già utilizzato negli anziani e nei soggetti a rischio.

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