Bari, l'allarme del procuratore Roberto Rossi: «Non ci sono i magistrati, intervenga il Csm»

Bari, l'allarme del procuratore Roberto Rossi: «Non ci sono i magistrati, intervenga il Csm»
di Luigi LUPO
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Martedì 19 Marzo 2024, 12:15

La Procura di Bari è sotto organico. «Eppure ha spiegato il procuratore capo, Roberto Rossi, durante la conferenza stampa relativa ai 56 arresti per spaccio di droga con metodo mafioso il lavoro dei sostituti è enorme in tutti i campi». Sono parole che evidenziano uno stato di sofferenza dell'organo di giustizia barese quelle di Rossi che lancia un appello al Csm: «Siamo a un limite oltre il quale non riusciamo a fermare la lotta alla criminalità organizzata. Chiedo al consiglio superiore della magistratura uno sforzo: cerchiamo un numero di sostituti idoneo al territorio».

L'allarme

Un distretto, quello coperto dalla procura di Bari, che, come testimoniano anche le ultime indagini, risulta fortemente inquinato dalle mani della mafia. «Soffriamo ha continuato Rossi - di una carenza che sta superando il 20%. Se mancano le persone, non possiamo fare quello che riusciamo a fare». E non solo nel campo della lotta alle cosche. Gli sforzi potrebbero essere compromessi anche nel campo del "codice rosso", ovvero delle misure che riguardano i reati di stalking e di violenze di genere. O nella lotta alle truffe verso la pubblica amministrazione. Tutti ambiti dove il pool del capoluogo pugliese è sempre, comunque, in prima fila. La carenza di magistrati negli uffici della procura non è una novità. Già lo scorso anno, nel corso dell'annuncio dei nuovi spazi che ospitano i giudici requirenti, il presidente della corte d'appello, Franco Cassano, aveva rilanciato l'appello: «C'è una carenza assoluta di magistrati, con un vuoto d'organico che supera il migliaio e purtroppo è destinato ad aggravarsi», aveva spiegato ai cronisti. Una situazione che rischia di bloccare la riduzione dell'arretrato e velocizzazione dei processi richiesta dal ministero della Giustizia. «Vuoti che prossimamente attingeranno anche alla categoria dei dirigenti e quindi gli obiettivi del Pnrr non saranno facilmente raggiungibili».
Le denunce sulla riduzione di organico da parte del procuratore Roberto Rossi si ripetono sin dal suo insediamento, richieste che sembrano cadere nel vuoto nonostante il grande sforzo del pool barese. Prova ne sono i numeri delle ultime inchieste tra cui proprio "Codice interno", la maxi operazione che ha fatto emergere la ramificazione dei clan baresi nella politica e nell'economia locali. Rossi, nell'ottobre 2022, aveva parlato di «un sottodimensionamento tra i più elevati d'Italia». Magistrati che a Bari sono meno che nelle procure di altri luoghi d'Italia colpiti dall'incidenza del fenomeno mafioso, come Palermo o Catania. Il magistrato, con un passato negli uffici distaccati di Manduria della procura di Taranto, ed ex membro del Csm, ha anche criticato, di recente, alcuni attacchi della politica verso lo strumento delle intercettazioni che qualcuno, dal governo, vorrebbe limitare. «Sono indispensabili per scovare la stragrande maggioranza de reati», aveva tuonato il numero uno della procura barese. Da cui era partito anche un attacco al testo della riforma della giustizia previsto dal ministro Nordio: «Le misure cautelari sono importanti in un procedimento di mafia ed è importante che siano fatte in tempi brevi - aveva spiegato a giugno 2023 Rossi - . Attualmente gli uffici dei gip sono in grandissima difficoltà, perché le misure cautelari che noi richiediamo per reati gravi, che devono essere valutate con attenzione, sono moltissime». E lo testimoniano anche gli esiti delle indagini che hanno portato a 56 arresti e all'ennesimo colpo ai clan Palermiti - Parisi.
 

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